venerdì 28 dicembre 2012

Madrid, la Maestosa

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Ho sempre pensato a Madrid come una città sporca, piena di gente pazza riversata per le strade strette che balla al ritmo dettato dalla Sangria.
Questo è la dimostrazione chiara, che nella mia mente esistevano idee distorte che traevano origine dalle "favole" che i viaggiatori consumati (veri o falsi che fossero) raccontavano a noi, ancora bambini, nei pomeriggi soleggiati d'agosto.
Ogni città che descrivevano sembrava la terra dei balocchi, un mondo dentro al mondo.

Madrid
La capitale spagnola mi ha lasciato letteralmente di stucco, non ero pronta ai palazzoni alti e alle strade ampie che portano alle magnifiche piazze di cui i madrileni, possono benissimo vantarsi.
Madrid sembra costruita per l'alto e il largo. Una sola parola mi è venuta in mente mentre camminavo per le strade affollate con  il naso rivolto all'insù: Maestosa.
E' la città dei sogni, mescola culture differenti, gente differente, modi di vita differenti.
Di solito ho sempre mostrato il mio amore per "le piccole città" con le piccole vie, piccole case, piccoli borghi (Come Venezia), Madrid mi ha piacevolmente sorpreso.
Ho scelto forse il mese peggiore per visitarla (novembre), faceva davvero freddo, molto più che in Italia (motivo di sorpresa ulteriore, visto che mi sono sempre immaginata la capitale calda, afosa persino in inverno)
Il problema sembra nascere dalla posizione in cui è situata, ha un clima continentale, inverni freschini ed estati torride. Non so davvero come può essere Madrid in luglio, ma alcuni madrileni mi hanno assicurato che è invivibile.

I miei amici mi hanno fatto da guida gratuita alla scoperta di questa magnifica città, da quel che ho capito, Madrid è costituita da 21 distretti divisi in quartieri (barrios)
è la città più grande della Spagna e il 3 comune più popoloso dell'Europa.

Da vedere a Madrid (ordinati per preferenza!)

!)Plaza Callao
La mia piazza preferita, non ha nulla di particolare, se non il cinema Callao dentro il quale mi sarei fiondata volentieri, l'immensa costruzione con la pubblicità della Schweppes, ottimi Hostel e una via attigua leggermente inclinata che ricorda tanto San Francisco. Ma che ci posso fare... sono una sentimentalona! 

!)Mercado de San Miguel
Ho insistito per andarci, mi è piaciuto moltissimo, (ma quello di Barcelona stravince!) posso dire che è legato a un bel ricordo, per cui rimane uno dei posti principali che consiglio e in cui ci tornerei. E' racchiuso in questa struttura in ferro e legno, che da un'immagine davvero elegante di mercato (nessuna bancarella sbilenca) potrete trovarci di tutto! dal pesce, al formaggio, alle più famose Tapas. 
Purtroppo ci ho mangiato la Paella più cattiva della storia, il formaggio più puzzolente del mondo e il vino più forte che abbia mai bevuto (un dito ed ero fuori!
Dentro è pieno di adulti, o comunque non "giovanissimi" (credo sia per i prezzi non proprio abbordabili...) e di "fighetti" che gli spagnoli chiamano Pijo.
Comunque è un bellissimo posto da poter visitare e incredibile ma vero, ci lavorava pure un italiano che vendeva la mozzarella! (come le mosche siamo...)

!)Plaza de Colon & Bibliothèque nationale d'Espagne
Credo di essere letteralmente impazzita quando ho visto per la prima volta la Bibliothèque.
Sorge imponente come non mai, nella Plaza de Colon, dove si erige anche un obelisco alla cui sommità ecco la statua di Cristoforo Colombo. Non ho dedicato troppa attenzione a questo, ero troppo presa dalla Bibliothèque. Se fossi spagnola, o abitassi a Madrid, quello sarebbe il mio luogo sicuro di ogni giorno. M'immaginavo file e file di scaffali alti e stracolmi di libri, alla "bella e la bestia" dove per prenderne uno devi far scorrere una scala di legno che sembra porti in paradiso. 
Fino a che il mio amico ha distrutto il mio sogno a occhi aperti, dicendomi che oramai contiene solo documenti ufficiali.

!)Parque del Retiro (Buen)
Una delle prime cose che volevo assolutamente vedere, non mi ha lasciato insoddisfatta e nemmeno delusa! mi sono immaginata a passeggiare per quelle vie alberate, seduta in una barchetta nel lago, con l'amore della mia vita (?) mentre gli uccellini cantavano e gli artisti di strada mi facevano divertire. Ho avuto la fortuna di andarci quando la pioggia aveva dato tregua alla città e il sole era magicamente spuntato per rendere tutto ancora più incantevole... Un consiglio: non andateci se non siete fidanzate/i, vi viene l'angoscia! 

!)Puerta del Sol
Un tempo era un baluardo difensivo, oggi sorge nella bellissima Plaza de Sol
esiste un rito davvero carino che i madrileni eseguono ogni fine dell'anno (nochevieja)
consiste nel portarsi tutti sotto all'orologio che sorge sopra Puerta del Sol e mangiarsi 12 chicchi d'uva per 12 rintocchi dell'orologio.
Davanti a questo edificio, potrete scorgere (per terra) il kilometro zero, da cui partono tutte le strade spagnole e riporta anche, la numerazione delle vie di Madrid.

!)Palacio de Comunicaciones & Fuente de Cibeles
Tutto tranne una cattedrale (purtroppo ho pensato subito anch'io a una bella chiesa!)
non lo è, era la sede centrale delle Poste spagnole, attualmente del Municipio (cavolo! l'avessimo noi una sede del genere! sai che bello andare a lavorare li dentro?) Io l'ho vista per la prima volta di sera, tutta illuminata, è davvero una meraviglia per gli occhi!
Dinanzi ecco la fontana Fuente de Cibeles, famosa non solo per la sua bellezza e per essere il simbolo della terra e della fecondità, ma anche di una lunga "diatriba" sportiva, qui si recano i tifosi a manifestare quando il Real Madrid vince. 
Tutt'attorno, Palacio de Buenavista (quartier generale dell'esercito), Palacio de Linares (Casa de América) e il Banco de España, tutto racchiuso nella trafficata Plaza de Cibeles

!)Palacio de Oriente (Real)
Ex palazzo reale, non servono parole per descriverlo, anch'esso magnifico e imponente, La prima pietra fu posata nel 1737 e parteciparono alla sua edificazione gli architetti italiani Sacchetti e Sabatini. La facciata principale si estende su la Plaza de la Armeria. I giardini, Jardines de Sabatini, devono essere splendidi, non ho avuto occasione (pioggia, vento e freddo sempre con me!) di vederli come si dovrebbe! un giorno ci tornerò, potrò fare un confronto fra questi e quelli magnifici di Versailles (Parigi).

!)Fuente de Neptuno
Non altrettanto bella come la Fuente de Cibeles (a mio modesto avviso) ma sicuramente degna di essere ammirata in tutte le sue sfaccettature! risiede nella Plaza de Cánovas del Castillo, proprio davanti alla sua "avversaria" Cibeles, una lunga via le separa, qui la tifoseria dell'Atlético Madrid va a festeggiare i titoli vinti. Deve essere parecchio interessante osservare le due tifoserie Atlético e Real che si fronteggiano, un po' come queste due fontane sembrano fare.
(Ho riso parecchio quando i miei due amici madrileni, uno tifoso dell'Atlético e l'altro del Real, facevano a gara per mostrarmi il meglio delle due fontane, provocandosi a vicenda)
Entrambe le fontane sono state progettate da Ventura Rodríguez

!)Da vedere anche---> Plaza Mayor, Plaza de Espana


Puerta del Sol



La via che porta a Plaza Callao


Mercado de san Miguel



!) Vedere anche Vivere a Madrid blog









domenica 9 dicembre 2012

C'era una volta il West, il duello

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Parlando di ricordi, emozioni suscitate da canzoni e frammenti d'immagini, devo riservare un posto speciale a un film del 1968, "C'era una volta il West" (Trama) diretto dal grande regista Sergio Leone (Biografia), non ho paura a dirlo, forse uno dei migliori film che quell'epoca abbia mai avuto e che continua a suscitare stupore, passione, ammirazione e coinvolgimento anche nel presente.

Anche in questo caso, un frammento mi è rimasto sempre impresso.
I miei genitori erano soliti a guardare film di Sergio Leone, questo era il loro preferito (Non solo per la sfrenata passione che mio padre aveva per Claudia Cardinale), ero quindi avvezza alle imperiose canzoni di Enio Morricone.
Ma ce n'è stata una, contornata da immagini e spezzoni di ricordo, che mi rimase incisa dentro, come un ferro rovente incide sulla carne.

La storia tormentata dell'uomo misterioso chiamato "Armonica" mi aveva colpito, come il suo destino era legato a un killer, Frank, che nel passato, aveva crudelmente spezzato la vita a suo fratello.
Negli scontri della mia vita sono solita a ricordare questa scena, un "duello d'onore" che però ha un significato più profondo, sconfina nella vendetta di chi ha un cuore ferito.
Ma è una cosa che non si può descrivere a parole, bisogna vederla...e sentirla.


sabato 8 dicembre 2012

John Lennon, Fab Four

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Da Mathew street (2012)


Life is what happens while you are busy making other plans (J.L.)

Per l'anniversario della morte del mio John, ho pensato di dedicare un post tutto per lui.
John Lennon venne assassinato da un suo stesso fan, Mark David Chapman, nella notte fredda di New York, l'8 dicembre 1980.
Questo quanto disse Chapman dopo l'omicidio


« Ascoltavo quella musica e diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio... e che non credeva nei Beatles. Questa era un'altra cosa che mi mandava in bestia, anche se il disco risaliva a dieci anni prima. Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia »

Si riferiva a Imagine, dove John cantava un mondo senza religioni a dividere le persone e il mondo, un mondo senza privatizzazione, quando lui stesso era milionario.
E a God che affermava: «Dio è solo un concetto col quale misuriamo il nostro dolore».
Chapman raccontò di aver ascoltato l'album John Lennon/Plastic Ono Band, più volte, prima di agire.

L'assassino era ossessionato dai Beatles, sposò una donna americana di origine giapponese, "perché gli ricordava Yoko Ono".
Si convinse poco a poco che Lennon aveva tradito i suoi ideali, se stesso, i Beatles e la sua generazione. Così decise di punirlo.

Oggi...
Dopo 30 anni trascorsi nel carcere di Attica, nel 2012 Chapman è stato trasferito in quello di Wende,
un'associazione religiosa ha chiesto la sua scarcerazione, a causa della sua "malattia mentale" e del suo affermarsi "fervente cristiano".
Il 23 agosto 2012, per la settima volta, viene negata a Chapman la libertà condizionata.



L'entrata del Dakota Building, dove John venne assassinato


John è nato a Liverpool il 9 ottobre del 1940, in questa città ho trovato molto di lui e dei Beatles.
Il primo pensiero che mi è venuto in mente vivendoci? "Qui il mondo si è fermato!"
È proprio così...

La mia preferita di John solista


 




!)Curiosità.... perché Fab Four?
I Beatles erano talmente famosi da essere chiamati fab(ulous) four 
i favolosi quattro.



lunedì 3 dicembre 2012

Spot Martini 1993

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Ero davvero piccola quando questa pubblicità invase le nostre case e questa canzone meravigliosa risuonò nelle nostre orecchie. Era il 1993
!)Totò Riina, il capo di Cosa Nostra,veniva arrestato sulla circonvallazione di Palermo. Era latitante da ben 23 anni
!)Alla 43° edizione del Festival di Sanremo vince Enrico Ruggeri con "Mistero" e Laura Pausini con "La Solitudine" nella categoria giovani.
!)Gabriele Cagliàri, ex presidente dell'Eni, si toglie la vita a San Vittore dopo 133 giorni di carcere. Tre giorni dopo si suicida il Presidente della Montedison, Raul Gardini

Ed esce lo spot della Martini, con la bellissima Charlize Theron in un panorama italiano, quasi veneziano,
dove non mancano tutti gli elementi che dovrebbero sempre comparire in uno spot; un uomo, una donna, l'intrigo, l'elemento sorpresa.
Incredibile ma vero, appena sentivo la canzone che caratterizza lo spot (Pete Nashell - La bella vita ), risuonare dalla nostra piccola Tv in soggiorno, correvo con il mio pannolone (anche se non avrei dovuto averlo) e mi piazzavo davanti, per vedere gli occhi di lei e quel vestito che si sfilacciava lasciandomi assolutamente stupefatta.
Per non parlare di lui (Max Parrish), che già da allora, diventò "l'uomo della mia vita" (si perché a me serve un uomo che ruba le bottiglie di Martini e si sposta via mare con lo Yacht) Anche se ora dovrei (e ripeto, dovrei) essere uscita dal mondo color seppia e pieno di mistero, ecco che oggi lo ripropongo. Godetevelo.



sabato 1 dicembre 2012

Italiani....oh...Italiani!!!

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Si, siamo famosi, incredibilmente siamo dovunque!
Come mi disse un caro amico spagnolo: "Italia is small small small but italians are in all the world!!" (con il tipico accento che fa impazzire noi italiane...)

Ebbene, appena qualche straniero (con cui ho un minimo di confidenza) mi vede sapete cosa mi dice, agitando le mani per aria in modo tale da sembrare uno squilibrato completo?
"Pizzaaaa!!! Mammmmaaaa!! Pomoooddoroooo! Ma che cossssa!" seguito da una sfilza di parolacce tipiche, che se lo vede un italiano vero, chiama il 118.

Dalla mia poca esperienza (comunque tutta da esercitare) posso provare a spiegare come siamo visti in Spagna o Inghilterra (per come io l'ho vissuta).

!)Gli spagnoli sono quelli che più ci assomigliano. Sono goliardici, amichevoli, compagnoni proprio come noi. Infatti sono quelli che "ci apprezzano" di più.

Le spagnole-donne ADORANO gli italiani. Non fanno altro che sospirare dinanzi a uno di loro (poco importa se non è proprio il massimo della bellezza fisica, magari anche un po' campagnolo che ride sguaiatamente, che s'infila le dita nel naso e che noi italiane, manco fosse l'ultimo sulla terra) invece loro lo vedono come Dio sceso in terra.
Non c'è stata una di loro che non mi abbia chiesto almeno una volta (o cento) del "principe tricolore". A loro dire, sono terribilmente affascinanti, romantici, passionali. (Dai, in parte è vero!)

Gli spagnoli-uomini sono un poco (ma in modo evidente) gelosi di questa passione sfrenata delle loro donne nei confronti del popolo del bel paese. Ricordo che quando un amico venne a trovarmi, rimase scandalizzato, da come in discoteca un ragazzo baciava e "strusciava" la sua dama nell'atto di ballare.
"Non ho mai visto niente di simile! è questo che piace alle spagnole??" io mi divertivo a farlo arrabbiare dicendogli che noi, evidentemente, abbiamo una marcia in più.
Quindi i maschietti storcono un po' il naso difronte ai "Belloni impomatati italiani".
Tutti d'accordo invece, nei confronti del cibo, del caffè o cappuccino, del vino....... (eh...no! il vino è loro! non toccate il vino agli spagnoli!!! così come il prosciutto e i salumi!! non sia mai!!)
Amano davvero molto l'accento che noi esercitiamo nel parlare un altra lingua. Credo di non essermi mai sentita così importante come nel parlare il MIO inglese (il che è tutto un dire) davanti a dieci spagnoli che mi guardavano con aria sognante, ripetendo a pappagallo tutte le parole che io marcavo di più (buT, sorrY...)
E....donne... volete avere un'iniezione di autostima? andate in Spagna! (provare per credere)

!)Gli inglesi ci guardano più di traverso. In cagnesco, in attesa di un nostro passo falso o di una nostra "figuraccia". Credono sempre che possiamo, in qualche modo, fregarli.
Ma se riesci a superare questa barriera fatta solo di stereotipi e pregiudizi, cominciano a decantare le lodi della nostra bella terra.
Io, essendo molto cheeky (sfacciata) ho cercato sempre di attaccare bottone con un inglese. Ogni volta noto il passaggio evidente che fa, nel giro di poche parole scambiate, da "ma chi è questa pazza" a "che meravigliosa persona!" Si, perché purtroppo, esistono pregiudizi da parte di molti, nei nostri confronti. Spesso, a causa anche di molti nostri "rappresentanti" che ci rendono lo zimbello di un intero pianeta.

A ogni modo, ogni inglese è stato o sogna prima o poi, di venire in Italia. "Venice ohhhh Venice....!" tutti sospirano il cibo, i luoghi, il caldo, il sole e le spiagge italiane.
Mi è capitato, all'aeroporto di Lvp, di fare il consueto "scanner" dei bagagli. C'era un dipendente inglese che, prima di far passare la gente sotto il body scanner, faceva togliere le scarpe. Tutti sbuffavano spazientiti, scocciava un po' a tutti levarsi scarponi pesanti sporcandosi i calzini bianchi. Quando fu il nostro turno, l'uomo ci chiese di appoggiare la valigia, nel mentre io e la mia amica parlavamo del più del meno, a lui gli si sono illuminati gli occhi. "Are you Italian?". Non solo ci ha raccontato che di lì a poco sarebbe andato a Roma e che non vedeva l'ora, ma ci disse anche che amava gli italiani perché "sono un popolo vero e vivo" (non chiedetemi in che senso... ho apprezzato comunque).
E volete sapere? in barba a tutta la fila di persone scalze e contrariate, lui ci ha fatto passare senza togliere le scarpe, tralasciando il BIPPPP minaccioso del body scanner al nostro passaggio e urlandoci: "Gratzie Italianne"
Suvvia, qualche volta si può essere privilegiati no?


Ecco come molti ci vedono! ehhhh ridiamoci suuuu!


Video masterorrell



Chissà se non scopro la mia vita in Germania... sarebbe bello mettere tutto in discussione!
(Comunque penso proprio di no...e non è un altro 'pregiudizio' italiano, semplicemente  i biondi stile bimbo-kinder non mi hanno mai attirato... )




domenica 25 novembre 2012

L'uccello del Paradiso

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Poi un giorno ti alzi triste, tutto il mondo ce l'ha con te, tutto va male (davvero?) tutto t'ignora o calpesta, l'amore ti rifiuta, lo studio e lavoro t'ingoiano, l'unico amante che ti ritrovi è il tuo morbido, caldo letto.
Peggio di così...che vivi a fare? sappiate che questa domanda è lo sgarbo più grande che potreste farvi. Evitando quindi di essere autolesionisti pensate alle frasi famose come: "Questo dolore ti sarà un giorno utile" (con il rischio di mandare a quel paese chi ha il coraggio di recitarvela) "La salute è la cosa più importante" (niente di più vero, ma vano visto che più sei triste più stai male!) "Non disperare pieno di pesci è il mare" (questa poi l'ho sempre odiata, se sei stata/o lasciata/o non c'è niente di peggio che sentirsi dire di andare a pescare!) 
Insomma, frasi di circostanza che ti aiutano solo a sentirti peggio.
Non date retta all'oroscopo, anche se è una giornata nera (vi è morto il gatto, l'amore della vs. vita vi ha lasciato, non c'è più vino nella cucina, i genitori rompono, non avete superato l'esame, tutti vi odiano...) esiste un modo per cambiare tutto questo. Cambiando il vostro approccio nei confronti del bad day.

Io ho un modo, (ognuno ha il suo, basta cercarlo!) in sostanza è semplice, esiste una frase (tanto le parole sono la cosa che più mi solleva dai miei guai) che mi è stata dedicata dalla persona più importante della mia vita (non vi dico certo chi!) 



L'uccello del Paradiso 
si posa solamente sulla mano 
che non lo afferra.
(John Berry)

E' una frase semplice... ma il significato insito è grande. Mi carica di forza, perché mostra di me il lato che più mi piace, che coltivo da sempre.
E la persona che me la dedicò disse: "Tu sei come quell'uccello, sei forte e indipendente. Non dipendi da nessuno e quindi chi si ritrova te sulle mani è una persona fortunata per quell'attimo".

E così il mio bad day s'illumina.

Alessandra...

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Alessandra
La bellissima canzone di Biagio Antonacci, versione Tango.
Qui con due splendidi ballerini.
(Vederlo dal vivo è tutta un altra storia!!!)


Alessandra 
queste sono scale di vita 
e la vita, forse non l'hai mai conosciuta 
sei già stanca 
e l'orologio batte le sei 
e gli esami lo sai, lo sai, non finiscono mai. 
Alessandra tua madre che voleva sapere 
certe cose a volte non si possono dire 
no bugiarda, no, è solo un modo per evitare 
e gli esami lo sai, lo sai, non finiscono mai. 
Vai Alessandra un po' impaurita 
in una giacca di velluto 
nascondevi un portafortuna e... 
un amore che prendeva un po' di fiato 
tra l'orgasmo e la paura 
c'è un segreto nuovo 
che nessuno vuol sapere 
ma domani lui, 
lui capirà e sarà un giorno vero 
e gli esami lo sai, lo sai, non finiscono mai. 
Alessandra tua madre lei voleva sapere 
certe cose a volte non si possono dire 
no bugiarda, no, è solo un modo per evitare 
e gli esami lo sai, lo sai, non finiscono mai. 
Vai Alessandra che sei grande 
che sei libera e completa 
giacca blu stirata 
sicura di te stessa... 
Un amore ogni giorno più importante 
inaspettato ma voluto 
fa dimenticare le solite paure 
e la tua vita, sì, per te resta l'esame più grande 
la tua vita lo sai, lo sai, lo sai... 
e gli esami lo sai, lo sai, non finiscono mai 

martedì 20 novembre 2012

Cosa DEVI vedere a Liverpool

Pubblicato da alle 11:32 PM 0 commenti
Amici, questa non è una guida turistica, sono solo memorie che racchiudono tutto quello che più mi ha colpito e di cui mi sono innamorata nel mese trascorso nella "terra dei freddi".


!) In prima posizione c'è la caratteristica Bold street. Insomma Lvp é talmente piccina che prima o poi t'imbatti senza volerlo in Bold street! È una via breve leggermente in salita, dove non passano molte macchine, i cui marciapiedi sono delimitati da lampioni eleganti che fanno pensare a un film d'epoca. Troverete molti negozietti carini in Bold, soprattutto fuori dall'ordinario, come quello Vintage con tutti quei vestitini anni 50' e migliaia di ballerine color pastello. Dentro c'è anche una stanza adibita a studio-piercing, ovviamente economico e non so se proprio 'a norma'. Il negozietto ve lo ritroverete a metà della via, sulla destra (se venite dal centro) e la vetrina ha uno strano stile rosso-bordeaux.

Più avanti, sulla sinistra, c'è il mitico bar-luogo ritrovo chiamato L.
Oltre a fare i cappuccini (con scaglie di cioccolato fondente) più buoni di tutta Lvp, ha uno stile raffinato e minimal. Sembra di tornare indietro nel tempo!
Inoltre, una volta a settimana (nel piano di sopra) ci sarà un ritrovo per ragazzi/e straniere e non. È una cosa molto interessante... Scousers, spagnoli, irlandesi, svizzeri, italiani, francesi (...) si radunano in tavolate lunghe, a loro viene dato un bigliettino di riconoscimento su cui scrivere il nome, il luogo di provenienza e lingue parlate. Nella presentazione credo di non aver mai blaterato tante cavolate facendo così tanti errori come quel giorno! Almeno si sono fatti quattro risate!
Una cosa che dovete assolutamente vedere è la Chiesa diroccata che sta' alla fine di Bold street, è davvero particolare e dentro ci vivono artisti di ogni sorta che con il bel tempo dipingono in un bellissimo cortile interno davvero suggestivo! (fatela un offertina!)

Bold street


!) La via del centro di Lvp si chiama Church street, troverete un sacco di negozi famosi, H&M, Primark, Zara.... E udite udite! anche il negozio di Mark and Son dove al piano superiore ci saranno gli sportelli per cambiare i vostri poveri Eurini in sonanti Pound, a un prezzo onesto.

!) C'è il grande e freddo Albert Dock, il vecchio porto di Liverpool sempre interessante da visitare con il suo museo (caro ammazzato, circa 15 Pound) dedicato ai Beatles.
Riguardo ai musei... Uno in particolare cito, poiché ne sono rimasta affascinata! È il 'World museum Liverpool' non troppo lontano dal centro, vicino alla stazione degli autobus di Queen Square, in una via chiamata Churchill Way.

!) Poi esiste il bellissimo e tipico Cavern, locale dei Beatles per eccellenza, ogni sera musica dal vivo con band davvero brave, vino e birra a volontà e problemi di spazio... (Se scoppia un incendio al Cavern siete fottuti) ma ne vale la pena credetemi! Soprattutto se amate i Beatles. La via in cui si trova é la famosa Mathew street, non molto lunga, per cui arrivate fino in fondo per vedere pub tipici, tra cui quello Irlandese. Potrete sicuramente vedere qualche Irlandese nei paraggi, lo riconoscerete, non solo per i capelli rossi e la faccia un poco accesa (birra? allegria?) ma anche per come sono 'compagnoni' e disponibili (attenti a non farli arrabbiare però...). E infine, la discoteca boogie woogie, rigorosamente stile anni 50'.

!) Due discoteche meritano di essere nominate, una mi sta particolarmente a cuore! si chiama BaaBar musica commerciale primo piano, house-dance secondo piano. Si trova vicino a Duke steet (dal di lì imboccare Catharine street pochi passi e lo troverete sulla sinistra, in Hardman street)
L'altra è chiamata Walkabout, ed è bella perché è bizzarra, ogni sera c'è un pazzo-speaker che organizza giochi quasi sempre a sfondo sessuale e assolutamente schifosi! Ma sapete non esistendo acqua a Liverpool e tu, povero assetato che ti sei abbeverato con litri di birra, non puoi far altro che ridere!

!) Dove dormire? Dipende da chi siete, cosa volete e quanto sapete adattarvi!
Se siete studenti o comunque giovani in cerca di avventure io consiglio Arena house (un nome un programma) è un piccolo residence in Duke street, 10 minuti dal centro camminando. Occupa blocchi di appartamenti divisi per piani, 5, 6 stanze cucina e bagno condivisi. Mi è sempre piaciuta come sistemazione e non so quanti party ci abbiamo fatto in un mese! (ci odiavano tutti!)
L'altro residence più 'in' ed elegante è il Victoria's hall, leggermente più vicino al centro di Arena, ma io lo sconsiglio per chi ha problemi di sonno... Se la situazione non è cambiata (il che non credo) ospita nidiate di gabbiani intorno che dalla MATTINA alla SERA stridono come matti!! (Credetemi non è quel piacevole suono dei gabbiani al mare!) per non parlare delle porte... Le porte di tutti gli appartamenti di Victoria sono progettate male, sbattono invece di appoggiarsi con delicatezza nella chiusura, quindi la mattina che potresti in teoria dormire... Scordatelo!
Per tutti gli altri, andate in albergo, oppure nelle pensioni/host family con delle vere famiglie inglesi!, anche questo sconsiglio, non solo per il fatto che esistono orari per arrivare e tornare, ma anche perché ti tocca mangiare il loro cibo! E c'è chi capita con gli 'abbuffa tutto' che poi fanno lievitare il malcapitato di 11 kg, oppure i 'vegetariani sfegatati' (il mio caso) che ti rifilano la carota moscia che deve bastarti per un giorno intero!
Altra nota negativa, nessuna famiglia/pensione vive nei pressi del centro. Sono tutti 20, 30, 40
minuti di distanza con l'autobus o il treno. Nel mio caso, la family distava 30m circa, il biglietto dell'autobus settimanale veniva 12.00 Pound.

Provvederò presto a fare la scansione della mia preziosa mappa, in modo tale che potrete muovervi agilmente per le vie della mia amata Liverpool

La via dei Beatles 


lunedì 19 novembre 2012

Liverpool, per chi vuole, la città degli Scousers

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Intanto, chi sono gli Scousers? Nientemeno che gli abitanti di Liverpool, così chiamati per via del loro (terribile) accento (Scouse) che rende ogni parola semplicissima inglese, una sorta di complicato suono da decifrare con l'aiuto di esperti.

Vestono in un modo tutto loro, sembra un mondo a parte, rimasto indietro nel tempo, dove le ragazze uniscono un abbigliamento succinto seguito da bigodini in testa colorati (non scherzo, bigodini veri!! di quelli che usavano le nostre nonne per dormire!) a una sorta di moda pseudo-hippy fatta di frange penzolanti multicolori nelle maglie, borse, scarpe e leggins colorate dalle forme più curiose.
Agli Scouser-ragazze piacciono tanto le sopracciglia completamente depilate e tatuate nel modo più bizzarro, accompagnate (perché no?) da bellissime lunghissime ciglia finte. E...non spaventatevi se di tanto in tanto vedrete qualche ragazza arancione... questo colore di pelle è davvero una ciliegina sulla torta qui.

Gli Scouser-ragazzi sono interessanti, sembrano completamente insensibili al fascino femminile. Il loro grande amore è la birra e il football. Infatti a Liverpool potrete assistere a una grande lotta (ideologica s'intende) fra le due fazioni opposte, il Liverpool (colore rosso) e l'Everton (colore blu) per quest'ultimo nutrivo una certa simpatia, soltanto per fare il bastian contrario, visto che tutti tifavano i "rossi"
Liverpool è davvero piccolina come città e piuttosto freddina per una ragazza che si mette le maglie lunghe anche in estate. Comunque a luglio, sono state sempre necessarie 3 cose principali:

-Ombrello (o il k-way, mio fedele amico viola, sempre con me)
-Felpa imbottita e sciarpa pesante (fidatevi, il tempo non è clemente lassù)
-Occhiali da sole (mi direte: "ma scusa piove quasi sempre!!" si, è vero cari amici, ma vi avverto che la luce da quelle parti è ABBAGLIANTE e davvero ti acceca dalla mattina fino a tarda sera. Con una piccola tregua verso le 18.00) comunque questo terzo punto è opzionale (se volete diventare ciechi...)

In un mese io ho potuto ammirare il sole almeno 2 volte. In cui c'è stato un caldo primaverile, ma che a causa della nostra abitudine al gelido vento, ci è sembrato che il termometro toccasse i 50 gradi (ed è stato un trauma spogliarsi e girare con cinquanta maglie e maglioni sotto il braccio) quindi, Ipip Urrà! ai sopportabili 15 gradi di Liverpool

Abituatevi a vedere gente che dalla MATTINA alla SERA fa shopping. Del resto abbiamo capito in fretta il motivo, con la pioggerellina fastidiosa e il freddino pungente quali alternative se non un sano shopping? (Andate da Primark!! ci sono un sacco di cose Scousers e magliettine carine a 3 pound!) Il problema reale si è presentato quando io e la mia amica abbiamo realizzato, facendo la valigia per il ritorno a casa, che probabilmente tutti quei giorni di pioggia avevano fatto restringere il nostro bagaglio... quindi ci siamo presentate all'aeroporto di Pisa con 6 maglie, più 2 attorcigliate attorno alla vita le leggins nuove sotto i jeans e qualche berretto (due forse?) in testa con una temperatura di circa 35 gradi in pieno agosto.
Si, non venivamo dall'Alaska, ma se non avessimo fatto in questo modo la nostra valigia dagli orgogliosi 15 kg e più, sarebbe rimasta a Liverpool.

Abituatevi a vedere gente che suona. Si perché pioggia, vento e intemperie non fanno davvero paura ai giovani intraprendenti inglesi che cantano con la loro chitarra per le strade, le canzoni dei Beatles, Coldplay  e Rem. D'altronde ricordo che era piacevole girare tutti mano nella mano con le nostre borsine da shopping piene e la canzone di  Imagine nell'aria frizzante.

Ad ogni modo, amo questa città,  amo questa gente bizzarra ma cortese e simpatica.
W gli Scousers!!!


Liverpool Vs. Everton


Scouser-ina


martedì 3 luglio 2012

People are strange, Liverpool

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Citando una vecchia canzone dei Doors, comincio questo nuovo post. Sono ormai alcuni giorni che vedo questo cielo grigio e rido attraverso questa luce abbagliante, non sono triste. Il mio umore sembra non dipendere più dal tempo da quando sono qua. La mia mente registra mille nuovi volti, ho ricevuto numerosi sorrisi e mi sono persa migliaia di volte. Sotto la pioggia battente zuppa come un pulcino, ovviamente senza ombrello ostentando la spavalderia italiana che tanto mi caratterizza. Sempre aiutata nelle mie peripezie giornaliere, da gente del luogo, che contrariamente a quel che si pensa, è estremamente cordiale e gentile.  Appena arrivata ero terrorizzata ed elettrizzata allo stesso modo, quando ho constatato che quel magro inglese pieno di errori non mi avrebbe aiutata. Qua parlano "stretto" con un accento particolare che rende tutto incomprensibile, così tutti ci rimangono male quando la mia faccia prende quell'espressione da pesce-lesso, dinanzi ai loro sforzi nel farmi capire che la via taldeitali è subito dietro l'angolo. Sembra incredibile come in pochi giorni riesca a capire il 70% di quel che mi si dice. Ho portato con me l'amore per la madrepatria e racconto agli altri le meraviglie che si possono trovare in Italia, tutti mi osservano curiosi, riempiendomi di domande su Roma, Firenze e sul perché noi utilizziamo il bidè per lavarci i piedi (??) quindi ho fatto una faticaccia a spiegare che in realtà serve a tutto, meno che ai piedi. Mi spiace constatare che molti italiani non amano il luogo in cui vivono, non apprezzano le piccole cose che il popolo europeo definisce "meravigliose". Vi posso assicurare che tantissimi stranieri sospirano l'Italia e sognano di viverci. Sto' godendo della compagnia di un numeroso gruppo di spagnoli!. Eh si... I nuovi campioni d'Europa, devo dire comunque che ognuno di loro, è stato particolarmente cortese nell'esultare in maniera più che dignitosa, perlomeno dinanzi a noi poveri italiani, che saremmo andati volentieri a nasconderci sotto un tavolo (o replicando quella testa-calda di un mio amico, che si sfogò spaccando la faccia a un colosso di due metri, che gli restituì il favore).
Hanno risolto la questione brillantemente, offrendoci a tutti una pinta di birra.
Riesco a sentire il battito del mio cuore nelle orecchie, un rumore piacevole che mi ricorda che sto' vivendo la mia vita.
Così come la volevo.

martedì 26 giugno 2012

Prima di partire per un lungo viaggio...

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...Porta con te la voglia di non tornare più!
Ci siamo, mancano 4 giorni, ovvero 5.760 minuti alla mia partenza!
Liverpool mi aspetta, una terra sconosciuta accoglierà i miei sogni per un po'. Porto con me lo spirito d'avventura, il mio inglese scarso e quella voglia matta di conoscere tutto quello che mi circonda. Forse mi mancheranno i venti caldi di questo periodo estivo, il sorriso di visi familiari, la colazione del mattino. Qualcosa cambierà, io non sarò la stessa, la distanza m'insegnerà a cavarmela da sola ad apprezzare in linea pratica le culture diverse dalla mia.
Incontrerò genti chiuse, ottuse? personalità eccentriche, interessanti? Una cosa è sicura, è l'inizio di un nuovo inizio per me. Una rottura con un passato che non accettavo e che non si confaceva al mio modo d'essere.
Goodbye Italy

venerdì 18 maggio 2012

Un bacio

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Un bacio nella guerriglia dopo la sconfitta dei Canucks nella Stanley Cup
Vancouver (18 giugno 2011)
Foto Richard Lam

Un bacio contro il capitalismo delle banche
Francoforte manifestazione dinanzi alla Bce
Foto Daniel Roland





domenica 22 aprile 2012

Open Your world

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"L'anima della festa" così lo chiamano, viene amato e acclamato da tutti, fa parte di un sogno. In grado di fare qualsiasi cosa, in grado di essere chiunque, ma sempre essendo l'intramontabile se stesso, lasciando una piccola parte di sé a tutti, ma non appartenendo a nessuno.




Se di amore si sente parlare negli occhi dell'uomo di mondo si può cercare, egli è divertente, spiritoso, elegante. Ma non rinuncia alla sua allegria, al suo essere versatile. E guida nel tumulto della sua vita la giovane amata.


domenica 18 marzo 2012

Frammento

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«Che cosa vuoi fare da grande?» ci rifletto un po' su.
«La giornalista!» esclamo.
La maestra ridacchia stupidamente, mettendo in mostra quel sorriso orrendo.
«Perché proprio la giornalista?»
Io la guardo
«E perché no?»
Forse è stata l'aria di sfida, il fatto che non avevo regole, che tutto per me era una sorpresa,  forse quella stessa domanda o, più probabilmente, il mio rigetto per la matematica a decretare l'inizio di una guerra con quella donna.
Mia mamma era terrorizzata dai voti impronunciabili che avevo in quella materia, ma molto più per il rifiuto nell'impegnarmi e nell'esercitarmi in qualsiasi cosa che coinvolgesse numeri.
In quelle ore di strazio, in cui osservavo la lavagna nera riempita di strani calcoli e segni per me incomprensibili, prendevo un foglio e scrivevo.
Scrivevo storie, immaginavo e regolarmente, venivo riportata alla realtà.
Al contrario, per ogni insegnante d'italiano ero "una grande promessa"
«Un pozzo di fantasia, d'idee e pensieri!» spiegavano, durante gli incontri con i miei genitori.
Venivo spedita regolarmente da insegnanti private, che provavano con le buone o con le cattive a inculcarmi le somme, le divisioni, i problemi.
Era come andare al patibolo, mi facevo torturare per ore e non apprendevo.
E' andata così per molto tempo, nei primi anni delle superiori avevo voti eccellenti in letteratura, filosofia, storia. E disastrosi in matematica.
Ero abbonata alla biblioteca e al giornalino scolastico. Ma andavo ai corsi di recupero ogni estate.
Poi, al termine del mio percorso di studio liceale, è arrivato l'insegnate di matematica che ha cambiato il mio modo di pensare, quando ero indietro anni luce da quello che possiamo chiamare "programma".
«Tu hai le carte in regola non solo per fare la giornalista, ma per fare qualsiasi cosa tu voglia»
Diceva, e io:
«Tranne la matematica»
Mi osservava accigliato e rispondeva,
«La matematica non è che una forma di scrittura, tu devi sono impararne la grammatica e saprai raccontare storie attraverso essa»
Non ho mai creduto alle sue parole, nemmeno gli ho mai dato importanza, ma per la prima volta qualcuno mi ascoltava, mi sentiva davvero.
Poi è arrivata la pace nella guerra fra me e i numeri.

sabato 17 marzo 2012

Il vento dentro

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Non avevano paura di nulla, si stringevano nelle spalle ad ogni offesa, ad ogni dito puntato.
Non si preoccupavano del domani. Non sapevano neppure che cosa la giornata portava, ma accoglievano ogni cosa, con ardore con la passione di un abbraccio. Respiravano. Sentivano l'aria passare dalle narici e su di essa costruivano un nuovo sogno. Non sapevano che cos'era l'invidia.
Le loro anime fluttuavano nella moltitudine scontrandosi con le materie fredde e grigie della massa. Poi si fondevano in uno sguardo, in una carezza, nel loro amore eterno e al tempo stesso imprevedibile.
Ogni giorno era una scoperta, una scommessa, un'esplorazione.
Il loro modo di vivere era arte, loro stessi erano un quadro o una canzone, una poesia. Non venivano apprezzati da tutti, ma erano diversi e non importava.
Poi, il vento, si alzava nei loro cuori. Infuriava talvolta rabbioso talvolta indolente e quando avveniva, si alzavano, spalancavano gli occhi e capivano che non c'era altro da fare.
Il mondo li chiamava, c'erano altre terre da vedere altre genti da impressionare e amare, altri climi, altre emozioni.
Partivano e non si sapeva se sarebbero tornati. Lasciavano il vuoto nel cuore di coloro che li avevano desiderati troppo, coloro che si erano riempiti della loro passione immensa e che improvvisamente, ne sentivano l'assenza.
Ma non sentivano nulla. E il vento li spingeva, dettava le coordinate per il futuro, forniva la bussola alle loro emozioni, il coraggio per le prossime sconfitte.

(2012)

!)Vietato riprodurre interamente o parzialmente questo brano

giovedì 15 marzo 2012

Domiciliari per gli stupratori di gruppo

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Il 6 agosto scorso due ragazzi, rispettivamente di 21 e 24 anni, vengono arrestati con l'accusa di aver abusato di una ragazza di 16 anni.
Oggi, lo stupro di gruppo verrà punito si, ma ricorrendo agli arresti domiciliari. 
Il problema fondamentale sono i carceri, il sovraffollamento porta anche a queste conseguenze. 
Ma è una giusta punizione? Ci si può sentire ugualmente sicuri?
Trovo che per questi, non proprio limitati casi, si debba elaborare una serie di disposizioni normative in grado di 
garantire protezione, sicurezza soprattutto punizione, per questa tipologia di reati.
Credo che permettere ciò, sia un passo in più verso l'offesa e il non rispetto per noi donne.
L'incolumità è ogni giorno in pericolo, la tutela dovrebbe essere sempre più forte e sentita, il mondo che viviamo deve essere consapevole e non tollerare chi abusa.
Quante donne o bambine ogni giorno vivono una vita in silenzio, senza confessare nulla, segnate non solo nel corpo ma nell'anima. 
Permettendo la realizzazione di questi provvedimenti non s'incentiva la moralità e il coraggio di uscire da queste situazioni.


domenica 11 marzo 2012

Marò, giustizia in casa!

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Marò: nel gergo della marina militare significa; marinaio.
Se ne parla sempre meno di questi Marò, bloccati in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori locali, scambiati per pirati.
Il governo indiano, sostiene che i due dovranno sottostare alla loro legge.
Il governo Monti, decreta che i soggetti siano sottoposti alle disposizioni di legge italiane, proprio perché l'incidente, sarebbe avvenuto in acque internazionali.
L'Ue ha mostrato pieno sostegno al ministro degli Esteri Giulio Terzi.
In questo breve quadro che ho riassunto notevolmente, le notizie non sono buone.
Il ministro degli Esteri indiano (S.M. Krishna), si è dimostrato inflessibile alle richieste del governo italiano e dell'Ue.

Tutt'ora questi due militari italiani si ritrovano confinati in territorio straniero. E i media ne parlano sporadicamente, sempre meno.
A mio parere è una questione di vitale importanza, necessaria non solo per far valere il rispetto dei nostri diritti e disposizioni anche all'estero. Ma anche per tutelare i soggetti coinvolti e garantire loro, un processo equo e degno nella loro terra natia.



Massimiliano Latorre e Salvatore Girone



sabato 10 marzo 2012

The Big Kahuna -Monologo finale-

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Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.Canta.Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.Goditi il tuo corpo.Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza.Ti faranno solo sentire orrendo .Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta

(The Big Kahuna 1999)

mercoledì 7 marzo 2012

Esseri Infiniti

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Per anni la storia e il mondo ci narrano di come gli uomini hanno percorso la terra, rincorrendo quello che noi,  comunemente, chiamiamo Potere.
Una parola all’apparenza sicura,  priva di qualsiasi provocazione;  semplice.  
Ciò che sconvolge questa interpretazione è il concetto, il significato, l’essenza, che  racchiude uno dei più grandi ordigni distruttivi mai  inventato.
Se le apparenze non ingannassero, nemmeno questa parola avrebbe troppa importanza, volerebbe via con il respiro mentre la si pronuncia.
Potere ha potenti artigli, con cui si aggrappa saldamente al cuore di chi l’assapora anche solo per pochi attimi, oscurando e soffocando i sentimenti più puri e trasparenti. Uccidendo  l’onore, la lealtà e la fratellanza.
Al loro posto genera un vero esercito di malattie, che si cibano di un vortice continuo di violenze, intrighi, tradimenti.
Portandoci al lento degrado della mente e della coscienza.
In realtà il potere è un sordo inganno che ama prendersi gioco di coloro che ne sono schiavi, dipendenti. 
La grande illusione è che nessuno mai lo detiene, non può essere rinchiuso né posseduto, è fuggevole e schivo. Un alleato mal fidato.
Forse da sempre, ma sicuramente nel mondo odierno, siamo creature straordinarie in grado di fare e pensare cose magnifiche enormi, colossali. 
Dalla debolezza della nostra natura e dotati di ben poche armi, ci siamo trasformati in esseri  in grado di sovrastare tutte le altre specie, dominarle.
Ci siamo spinti anche oltre i confini che credavamo raggiunti cercando di combattere le distanze, le malattie incurabili e il tempo.  
Ma in questo cammino fatto di ostacoli più alti e salite vertiginose, il traguardo sembra essere sempre più lontano e vano. Cominciamo a perdere di vista le cose veramente importanti le essenziali emozioni della vita che ci costruiscono, creano e plasmano. Insegnandoci ad essere l’uno diverso e al tempo stesso legato all’altro in una catena infinita, terribilmente fragile.
Crediamo che per essere apprezzati dagli altri non occorra essere se stessi. 
Nella nostra spasmodica ricerca per affermare la superiorità di noi stessi  sui diversi diventiamo tanti cloni. Tanti piccoli individui ordinari e dotati delle medesime regole, che vagano per pensieri futili, troppo celebrali per comprendere che colui che giudichiamo o che facciamo soffrire ci somiglia.
Correremo a comprare cose di cui non abbiamo affatto bisogno,  ma che ci regalano un barlume di apprezzamento dagli altri che dura  pochi preziosissimi minuti. Cominceremo a disprezzare cose che non conosciamo affatto,  ma soprattutto, dubiteremo di altre cose, che ci potrebbero salvare.
E sebbene il mondo sembri progredire fino all'eccesso, noi assistiamo inermi alla lenta inesorabile morte del nostro ingegno della nostra arte, di noi stessi.
Ci sentiamo sempre più fragili, deboli, bisognosi di un urgente stato di certezze continue, convinzioni e posizioni che ci rammentino sempre che siamo unici, inqualificabili e irraggiungibili. 
In altre parole, il potere diviene la nostra sorgente di sussistenza. 
Ci serve, per sentirci di nuovo apprezzati, temuti o amati.
Siamo diventati talmente potenti da considerarci  immortali, esseri dai cammini infiniti.
Senza più dar importanza a quello che può trasmetterci un libro, o un sogno ad occhi aperti, perderemo tempo prezioso a venerare principi che esaltano solo noi stessi e la nostra estetica.  Che ci rendono o, piuttosto ci fanno credere di essere, superiori nella differenza dagli altri.
In verità, tante emozioni  e tante storie magnifiche ed immortali, tentano di ricordarci ogni giorno che nel nostro cammino esiste un arrivo. 
Solo così comprendiamo  che l’attimo che stiamo vivendo è infinito e irriproducibile e incredibilmente nostro, ogni respiro, sorriso, sguardo è prezioso più di un tesoro. Ogni persona che incontriamo, sfioriamo, ammiriamo costruisce il nostro cammino in questo mondo e ci completa, ci realizza, ci cresce ci cambia.
Noi stessi non siamo altro che un insieme immenso di minuscole esperienze. Tutto questo ci lega e ci distingue. Ma ci rende anche un pezzettino utile di un puzzle che viene costruito da secoli.
La mancanza di un elemento  rende incompleta la nostra esistenza.  
Non siamo esseri infiniti.
Che cosa serve essere grandi, potenti se con questo si dimentica chi siamo veramente?.
Sorrido oggi, poiché riesco a vedere luce nel crepuscolo del degrado che ci attanaglia. Rido notando come molti di noi riescano ad essere sempre più vivi e puri, queste persone sono in comunicazione con il mondo intero attraverso la voce del loro cuore.                        
Senza volerlo essi esercitano e sono in possesso, del  potere più grande di tutti:
Sanno, che occorre essere infiniti dentro.


E.B. (Concorso 2011, Bologna)



Amore o surrogato?

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Leggendo la favola dei tre porcellini a mia nipote mi sono bloccata e ho riflettuto.
Conta la potenza del soffio, ma anche di cosa era costruita la casa
Inconsapevolmente quella favola letta milioni di volte porta un insegnamento importante, troppo importante per essere dimenticato. Eppure oggi viene scordato la maggior parte delle volte, si pensa ad abbellire l'esterno della nostra casetta guardandoci bene dal renderla solida.
Così è la vita, la fondiamo su principi e presupposti falsi, che noi stessi sentiamo leggeri e di poco conto, sentendoci sempre più vuoti dentro, riempiamo la bocca e il pensiero degli altri di tante parole vuote.
Interessati a dare una certa "Immagine di noi", sentendoci sempre più soli, una solitudine che colmiamo
- tentiamo di colmare - con la presenza dell'altro. 
La famosa persona amata. Che non amiamo affatto, ci aiuta a sentirci meno soli, ma in realtà è lo scontro di due solitudini così ben integrate da creare un gigantesco apparato che ingoia entrambi.
Da questo nasce l'odio, dall'incapacità di stare da soli, di essere così pieni di amore per se stessi da poter riempire anche gli altri, senza dover mendicare nulla.
Da questo e da molto altro nascono le tragedie familiari, dove figli, mogli, mariti annientano l'esistenza gli uni degli altri. Qui non c'è amore, non ce n'è mai stato. C'è un surrogato di amore.

A ognuno di noi è capitato di avere o di vedere questo amore-surrogato. Pochi di noi sono riusciti a prendere la strada del cambiamento.




martedì 6 marzo 2012

8 marzo... Che cosa significa veramente?

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Intanto chiarisco, sinteticamente, il significato di questo giorno: E' la giornata internazionale della donna
Ricorre annualmente per ricordare le conquiste economico, sociali, politiche conseguite negli anni dalle donne, per denunciare le violenze e le discriminazioni, che persistono in tutto il globo.
Festeggiata e riconosciuta dalle Nazioni Unite in data 1977. 
In realtà esistono notizie contrastanti,  l'8 marzo sembra essere legato alla tragedia che colpì, nel 1911, una fabbrica statunitense che produceva camicette, La Triangle Shirtwaist Company. Quest'ultima s'incendiò e morirono 146 vittime tra cui 129 donne. Quasi tutte immigrate italiane e ebree.
Questo avvenimento rientrò nella giornata internazionale della donna, proprio perché portò alla riforma della legge sul lavoro. Assicurando più diritti alle lavoratrici.
Posso citare tante manifestazioni in cui le donne sono scese in piazza:
Nel 1908 a New York, le operaie manifestarono per avere un'orario e una paga di lavoro più dignitosi, per il diritto di voto e, non meno importante, l'abolizione del lavoro minorile.
A San Pietroburgo l'8 marzo 1917, le donne guidarono un'importante manifestazione che richiedeva la fine della guerra.
Le donne italiane dovettero aspettare la fine della dittatura e l'avvento della democrazia, per recarsi alle urne nella primavera del 1946

LINK intelligenti
Fatto quotidiano 8 marzo
Ingenere
Senonoraquando
Informare per resistere

BELLE iniziative
Donne di corsa - ricerca sul cancro

APPROFONDIAMO
Wiki - 8 marzo

Oggi...
Questa data ha assunto caratteri particolarmente commerciali.
Ormai anche noi stessi, come persone, abbiamo un cartellino con inciso il prezzo. Per cui inutile chiedersi come una data così commemorativa e celebrativa sia diventata "Il giorno della Mimosa" o il giorno in cui "Far sentire una donna speciale" o peggio... "strip man, strip man ovunque!" (dove altrettante donne inconsapevoli si riducono a sbavare e ringhiare le une sulle altre per accaparrarsi una camicia sgualcita e puzzolente lanciata sulla folla).
Per chi ancora fosse succube di queste pubblicità, strategie per commercializzare, marketing se volete, voglio ricordare che le molte donne del passato hanno sfilato, non per un capo di moda e nemmeno per guadagnarsi un "posto al sole" davanti a qualche palco improvvisato, ma per i diritti e per il futuro.

LINK stupidi
Strip Man

E la Mimosa?
L'idea di abbinare questo fiore a questo giorno fu di Rita Montagnana e Teresa Mattei. Attiviste dell'Udi
(Unione Donne Italiane, 1946). Venne scelta la Mimosa perché fiorisce a marzo e non è molto costoso come fiore. Oltre ad avere un odore incantevole a mio parere!.

Questa festa mi è molto cara, perché oltre ad essere il giorno della mia nascita, mi porta a ricordare ogni anno quelle donne che non hanno perso la speranza di un futuro migliore. Che hanno lottato, creduto e si sono battute per questioni tutt'altro che futili.
Quando ci sentiamo sconfitti e umiliati sarà utile per tutti, uomini e donne, prendere forza da questi ricordi.




sabato 3 marzo 2012

Coccodrilli...della morte.

Pubblicato da alle 9:30 PM 1 commenti
Oggi voglio parlare di una delle forme giornalistiche che giudico più cinica.
Parlo dei "Coccodrilli". Ovvero articoli, o interi servizi -per quanto riguarda i TG- che trattano veri e propri necrologi.
Vengono preparati per tempo, da giornalisti in redazione, inseriti in archivio e prelevati alla morte di un personaggio famoso e conosciuto.
Questo sempre per non restare "Impreparati" dinanzi ad eventi non programmati ed imprevisti come può essere, talvolta, la morte.
Questo l'ho potuto notare anche con la morte di Lucio Dalla, stroncato improvvisamente da un infarto la mattina del 1 marzo 2012.
I giornali prima hanno trasmesso la notizia, la velocità delle testate online si è mostrata nuovamente imbattibile,
in seguito programmi televisivi come Matrix, Porta a Porta (...)  hanno sfornato le storie ed i servizi strappa-lacrime.
E il giorno dopo anche i quotidiani a stampa hanno dedicato prime pagine alla vita, opere, sentimenti e canzoni dell'artista.
Questo sono i Coccodrilli.
Attendono paziente la morte, vivono di questo.

lunedì 27 febbraio 2012

Voce a Rossella Urru!

Pubblicato da alle 7:48 PM 2 commenti
Giovane donna sarda, 29enne, che da tempo lavorava in Algeria come cooperante della Cisp:
Comitato Internazionale Sviluppo dei Popoli.
Scomparsa dallo scorso ottobre, rapita dal campo profughi di Hassi Raduni.
I media danno poco valore alla notizia, non rendendo noto ne' divulgando l'accaduto.
Come Fiorello, Geppi Cucciari e tanti altri sul web anche io, cerco di dare spazio al suo nome. 
Promuovo e richiedo che i media non solo diano voce alla sua storia, ma anche al suo valore.



Vedere anche;

venerdì 24 febbraio 2012

Frasi più belle, Madame Bovary

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"Nel fondo della sua anima, Emma aspettava che qualche cosa accadesse. Come i marinai in pericolo, volgeva gli occhi disperata sulla solitudine della sua vita e cercava, lontano, una vela bianca tra le brume dell'orizzonte. Non sapeva che cosa l'aspettasse, quale vento avrebbe spinto quelle vele fino a lei, su quale riva l'avrebbe portata, né sapeva se sarebbe stata una scialuppa o un vascello a tre ponti, carico di angoscie o pieno di felicità fino ai bordi."

"Dio mio, perché mi sono sposata". Emma si chiedeva se avrebbe potuto, per una diversa sorte, sposare un altro, cercava di immaginare gli avvenimenti non avvenuti, che vita avrebbe vissuto, con quale sposo. Nessuno dei mariti che immaginava somigliava a Charles…"

"Aveva bisogno di trarre una specie di profitto personale dalle cose, perciò respingeva come inutile tutto quello che non contribuiva a saziare immediatamente il suo cuore. Aveva un temperamento più sentimentale che artistico e perciò cercava emozioni, non paesaggi."

"Non avevano nient'altro da dirsi? I loro occhi, però, traboccavano di parole più gravi. Mentre si sforzavano di trovare frasi banali, si sentivano riempire tutti e due da uno stesso languore. Era come un mormorio dell'anima, profondo, continuo, che l'aveva vinta sulla voce. Stupiti da questo questo nuovo, soave sentimento, non pensavano neppure a spiegarne il senso, a scoprirne la causa. Le felicità future, come le rive dei tropici, proiettavano, sulla immensità che le precede, il loro molle sentore come una brezza profumata: si scivola in quell'estasi e non importa se l'orizzonte non si vede."

giovedì 23 febbraio 2012

Madame Bovary

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Emma è una bella sognatrice, una donna di avventura, fatta di sospiri e sensazioni.
Sogna di sposarsi, di essere ricca di fare una vita agiata da signora.
Figlia di un agiato agricoltore, vive in campagna, conduce un'esistenza truce troppo semplice, per il suo cuore avido di sensazioni.
Appassionata di letteratura, sogna l'uomo dei suoi romanzi.
La sua triste esistenza viene sconvolta dall'avvento di Charles Bovary, medico, già sposato con una donna ricca più grande di lui.
Si innamora perdutamente di Emma.
E quando la moglie muore prematuramente decide di sposarla.
Ma Charles non riuscirà mai ad essere l'uomo che Emma sogna. Egli è un uomo sciatto, volgare, poco pratico. Particolarmente "campagnolo". E la signora Bovary comincia ad averne abbastanza.
Entra in depressione e il marito, au contraire innamoratissimo di lei, decide di trasferirsi dalla campagna per rendere la vita di sua moglie più "mondana" e piacevole.
Avrà una figlia, che non amerà mai. La bimba la cercherà sempre ma lei non sarà disponibile e la percepirà come un "peso".
Emma conoscerà Leone, un ragazzo che lavora come praticante presso un notaio.
Il ragazzo l'ama davvero, ma la vita gli riserva un'altra strada, lontano da lei. Partirà per Parigi e abbandonerà la signora Bovary ad una tristezza infinita.
Ma ben presto nella sua vita compare Rodolfo.
Un dongiovanni un donnaiolo, che le ruberà il cuore con i suoi modi eleganti e seducenti. Ma Rodolfo è un narcisista, e non può amare nessuno tranne se stesso.
Quando Emma vorrà fuggire con lui, si tirerà indietro, con una semplice lettera.
Per colmare la sua mancanza di affetto, la sua incapacità ad essere felice e colma, diviene una vera schiava del lusso. Spende tutti i soldi del marito in oggetti mondani, finché s'indebita in modo irrimediabile.
La sua vita è vuota, priva di emozioni e inutile.
Arriva al suicidio, ingerendo dell'arsenico. Muore in un modo terribile, ridendo istericamente della vita e della sua condizione. Poco prima di spirare cercherà sua figlia per la prima volta, ma quest'ultima non la vorrà più.
Anche suo marito dopo poco muore, stremato dal dolore per la perdita dell'unica donna che abbia mai amato.

Il romanzo di Flaubert fu un grande successo, ed espresse la crisi degli ideali romantici del tempo.

Riassunto da Luyu

Informare, ad ogni costo! Caduti, Marie Colvin e Remi Ochlik

Pubblicato da alle 10:55 PM 0 commenti
Caduti oltre a persone innocenti, i paladini dell'informazione.
Questa volta le vittime sono Marie Colvin e Remi Ochlik, inviata e fotoreporter, si trovavano in Siria.
Documentavano come tante volte, la realtà disastrosa in cui della morte se ne sente l'odore ogni giorno ed ogni ora.
Caduti ieri, in seguito all'ennesimo bombardamento che ha colpito Homs.
Questa volta i fedeli del presidente Basharel Assad, hanno mietuto circa 20 vittime, fra cui i reporter e 19 civili.
Marie Colvin, storica inviata Usa aveva già perso un occhio, durante la guerra civile in Sri Lanka.
Si era chiesta varie volte "Ha senso tutto questo?". 
Ha senso rischiare ogni giorno la vita, come giornalisti inviati o embedded, combattendo al fronte assieme ai soldati?.
Documentare tutto, ad ogni costo.
L'informazione che giunge fino a noi non sempre è un consumo, non sempre è una ricerca ininterrotta di vendite. 
A volte, non così raramente, è frutto di un impegno dove i paladini dell'informazione, mettono loro stesse nel lavoro che fanno. 
Ci credono, sono fiduciosi e rinunciano a tutto per questo. E' passione è sacrificio, è più che un servizio.  
E' la vita stessa.
Quando rileggeremo le parole dei tanti giornalisti che hanno versato sangue e sudore nelle zone di guerra, sapremo che avranno un valore tangibile. Sapremo riconoscere che ciò di cui usufruiamo è oro colato. 
Troveremo sempre una grande passione e sapremo trarne un esempio per la nostra vita, riconoscendo che gli eroi, quelli di cui abbiamo sempre sentito parlare nelle fiabe, esistono. Ma stanno spesso dietro le quinte.

Elenco di alcuni giornalisti italiani, uccisi. (tratto da http://www.odg.mi.it/node/30502)
Fucilati per ordine del Tribunale Speciale Tedesco.
Carlo Merli,
Enzio Malatesta
Dalla mafia Siciliana-Camorra:
 Cosimo Cristina, 
Giovanni Spampinato,  
Mauro De Mauro,
Mario Francese 
Giuseppe Fava,
Mauro Rostagno,
Giuseppe Alfano,
Giuseppe Impastato,
Giancarlo Siani,
Carmine Pecorelli,
Carlo Casalegno,
Walter Tobagi,
Somalia:
Almerigo Grilz ,
 Ilaria Alpi,
Miran Hrovatin,
Marcello Palmisano 
Mostar in Bosnia:
Marco Luchetta e gli operatori Alessandro Ota e Dario D'Angelo.

Nel muro della memoria nel Journalist
Memorial, una suggestiva struttura di vetro, che si trova accanto al
NewMuseum di Arlington-Virginia (USA) dove sono incisi circa 1400 nomi
di giornalisti, fotografi e operatori morti nel mondo a partire dal
1812.

Marie Colvin

 Remi Ochlik


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