lunedì 27 febbraio 2012

Voce a Rossella Urru!

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Giovane donna sarda, 29enne, che da tempo lavorava in Algeria come cooperante della Cisp:
Comitato Internazionale Sviluppo dei Popoli.
Scomparsa dallo scorso ottobre, rapita dal campo profughi di Hassi Raduni.
I media danno poco valore alla notizia, non rendendo noto ne' divulgando l'accaduto.
Come Fiorello, Geppi Cucciari e tanti altri sul web anche io, cerco di dare spazio al suo nome. 
Promuovo e richiedo che i media non solo diano voce alla sua storia, ma anche al suo valore.



Vedere anche;

venerdì 24 febbraio 2012

Frasi più belle, Madame Bovary

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"Nel fondo della sua anima, Emma aspettava che qualche cosa accadesse. Come i marinai in pericolo, volgeva gli occhi disperata sulla solitudine della sua vita e cercava, lontano, una vela bianca tra le brume dell'orizzonte. Non sapeva che cosa l'aspettasse, quale vento avrebbe spinto quelle vele fino a lei, su quale riva l'avrebbe portata, né sapeva se sarebbe stata una scialuppa o un vascello a tre ponti, carico di angoscie o pieno di felicità fino ai bordi."

"Dio mio, perché mi sono sposata". Emma si chiedeva se avrebbe potuto, per una diversa sorte, sposare un altro, cercava di immaginare gli avvenimenti non avvenuti, che vita avrebbe vissuto, con quale sposo. Nessuno dei mariti che immaginava somigliava a Charles…"

"Aveva bisogno di trarre una specie di profitto personale dalle cose, perciò respingeva come inutile tutto quello che non contribuiva a saziare immediatamente il suo cuore. Aveva un temperamento più sentimentale che artistico e perciò cercava emozioni, non paesaggi."

"Non avevano nient'altro da dirsi? I loro occhi, però, traboccavano di parole più gravi. Mentre si sforzavano di trovare frasi banali, si sentivano riempire tutti e due da uno stesso languore. Era come un mormorio dell'anima, profondo, continuo, che l'aveva vinta sulla voce. Stupiti da questo questo nuovo, soave sentimento, non pensavano neppure a spiegarne il senso, a scoprirne la causa. Le felicità future, come le rive dei tropici, proiettavano, sulla immensità che le precede, il loro molle sentore come una brezza profumata: si scivola in quell'estasi e non importa se l'orizzonte non si vede."

giovedì 23 febbraio 2012

Madame Bovary

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Emma è una bella sognatrice, una donna di avventura, fatta di sospiri e sensazioni.
Sogna di sposarsi, di essere ricca di fare una vita agiata da signora.
Figlia di un agiato agricoltore, vive in campagna, conduce un'esistenza truce troppo semplice, per il suo cuore avido di sensazioni.
Appassionata di letteratura, sogna l'uomo dei suoi romanzi.
La sua triste esistenza viene sconvolta dall'avvento di Charles Bovary, medico, già sposato con una donna ricca più grande di lui.
Si innamora perdutamente di Emma.
E quando la moglie muore prematuramente decide di sposarla.
Ma Charles non riuscirà mai ad essere l'uomo che Emma sogna. Egli è un uomo sciatto, volgare, poco pratico. Particolarmente "campagnolo". E la signora Bovary comincia ad averne abbastanza.
Entra in depressione e il marito, au contraire innamoratissimo di lei, decide di trasferirsi dalla campagna per rendere la vita di sua moglie più "mondana" e piacevole.
Avrà una figlia, che non amerà mai. La bimba la cercherà sempre ma lei non sarà disponibile e la percepirà come un "peso".
Emma conoscerà Leone, un ragazzo che lavora come praticante presso un notaio.
Il ragazzo l'ama davvero, ma la vita gli riserva un'altra strada, lontano da lei. Partirà per Parigi e abbandonerà la signora Bovary ad una tristezza infinita.
Ma ben presto nella sua vita compare Rodolfo.
Un dongiovanni un donnaiolo, che le ruberà il cuore con i suoi modi eleganti e seducenti. Ma Rodolfo è un narcisista, e non può amare nessuno tranne se stesso.
Quando Emma vorrà fuggire con lui, si tirerà indietro, con una semplice lettera.
Per colmare la sua mancanza di affetto, la sua incapacità ad essere felice e colma, diviene una vera schiava del lusso. Spende tutti i soldi del marito in oggetti mondani, finché s'indebita in modo irrimediabile.
La sua vita è vuota, priva di emozioni e inutile.
Arriva al suicidio, ingerendo dell'arsenico. Muore in un modo terribile, ridendo istericamente della vita e della sua condizione. Poco prima di spirare cercherà sua figlia per la prima volta, ma quest'ultima non la vorrà più.
Anche suo marito dopo poco muore, stremato dal dolore per la perdita dell'unica donna che abbia mai amato.

Il romanzo di Flaubert fu un grande successo, ed espresse la crisi degli ideali romantici del tempo.

Riassunto da Luyu

Informare, ad ogni costo! Caduti, Marie Colvin e Remi Ochlik

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Caduti oltre a persone innocenti, i paladini dell'informazione.
Questa volta le vittime sono Marie Colvin e Remi Ochlik, inviata e fotoreporter, si trovavano in Siria.
Documentavano come tante volte, la realtà disastrosa in cui della morte se ne sente l'odore ogni giorno ed ogni ora.
Caduti ieri, in seguito all'ennesimo bombardamento che ha colpito Homs.
Questa volta i fedeli del presidente Basharel Assad, hanno mietuto circa 20 vittime, fra cui i reporter e 19 civili.
Marie Colvin, storica inviata Usa aveva già perso un occhio, durante la guerra civile in Sri Lanka.
Si era chiesta varie volte "Ha senso tutto questo?". 
Ha senso rischiare ogni giorno la vita, come giornalisti inviati o embedded, combattendo al fronte assieme ai soldati?.
Documentare tutto, ad ogni costo.
L'informazione che giunge fino a noi non sempre è un consumo, non sempre è una ricerca ininterrotta di vendite. 
A volte, non così raramente, è frutto di un impegno dove i paladini dell'informazione, mettono loro stesse nel lavoro che fanno. 
Ci credono, sono fiduciosi e rinunciano a tutto per questo. E' passione è sacrificio, è più che un servizio.  
E' la vita stessa.
Quando rileggeremo le parole dei tanti giornalisti che hanno versato sangue e sudore nelle zone di guerra, sapremo che avranno un valore tangibile. Sapremo riconoscere che ciò di cui usufruiamo è oro colato. 
Troveremo sempre una grande passione e sapremo trarne un esempio per la nostra vita, riconoscendo che gli eroi, quelli di cui abbiamo sempre sentito parlare nelle fiabe, esistono. Ma stanno spesso dietro le quinte.

Elenco di alcuni giornalisti italiani, uccisi. (tratto da http://www.odg.mi.it/node/30502)
Fucilati per ordine del Tribunale Speciale Tedesco.
Carlo Merli,
Enzio Malatesta
Dalla mafia Siciliana-Camorra:
 Cosimo Cristina, 
Giovanni Spampinato,  
Mauro De Mauro,
Mario Francese 
Giuseppe Fava,
Mauro Rostagno,
Giuseppe Alfano,
Giuseppe Impastato,
Giancarlo Siani,
Carmine Pecorelli,
Carlo Casalegno,
Walter Tobagi,
Somalia:
Almerigo Grilz ,
 Ilaria Alpi,
Miran Hrovatin,
Marcello Palmisano 
Mostar in Bosnia:
Marco Luchetta e gli operatori Alessandro Ota e Dario D'Angelo.

Nel muro della memoria nel Journalist
Memorial, una suggestiva struttura di vetro, che si trova accanto al
NewMuseum di Arlington-Virginia (USA) dove sono incisi circa 1400 nomi
di giornalisti, fotografi e operatori morti nel mondo a partire dal
1812.

Marie Colvin

 Remi Ochlik


martedì 21 febbraio 2012

Metanfetamina, la droga dei disperati

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Comunemente conosciuta come speed, ice, cranck, crystal.
E' una polvere bianca dal sapore amaro che può facilmente essere disciolta in acqua, inalata, iniettata.


Effetti;
Senso di benessere e di iperattività con riduzione dell'appetito. Lo stadio dura dalle 6 alle 8 ore.
Euforia iniziale progressivamente sostituita da agitazione e anche comportamenti violenti.

Conseguenze;
Si possono manifestare comportamenti come ansia, insonnia, violenza, mancanza di appetito, paranoie, allucinazioni, autolesionismo.
Studi hanno dimostrato che il 50% delle cellule celebrali che producono dopamina vengono danneggiate.
Come la cocaina causa un accumulo del neurotrasmettitore dopamina che produce lo stato di euforia, ma a differenza di quest'ultima, l'azione della metanfetamina dura più a lungo perchè difficilmente viene metabolizzata dall'organismo.

L'invecchiamento precoce;
Spaventoso è notare i cambiamenti fisici di chi fa uso di questa droga.
Cadono tutti i denti, i capelli,  la pelle si squama, si corrode.
Spesso i tossici presentano tagli e ferite dovute allo stato ti euforia che porta ad autolesionismo.
Si diventa in poco tempo, vecchi.

il 98% dei tossici che si disintossicano da questa droga, hanno delle ricadute e arrivano alla morte.
il 2% delle persone che hanno provato la metanfetamina riescono a sopravvivere dopo 10 anni.




!)Osserva i cambiamenti face of meths

giovedì 16 febbraio 2012

Hèrmes supera se stesso

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La pubblicità di "Voyage" è sinonimo di viaggio.
Un cavallo attraversa al galoppo il mondo, attraversando canyon, strade e banchi di ghiaccio.
Incontrando la sua metà, una colomba. Che lo seguirà nella corsa alla vita.

Le frasi celebri de: "Il Piacere" d'Annunzio

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"Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non iscambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell'attimo"

"Un amante oscuro avesse anche la forza di Ercole e la bellezza d'Ippolito e la grazia dell'Ila, non mai potrà dare all'amata le delizie che l'artista, forse inconsapevolmente, versa in abbondanza negli ambiziosi spiriti femminili."

"Una felicità piena, obliosa, libera, sempre novella, tenne ambedue, dopo d'allora. La passione li avvolse, e li fece incuranti di tutto ciò; che per ambedue non fosse un godimento immediato. Ambedue, mirabilmente formati nello spirito e nel corpo all'esercizio di tutti i più alti e più rari diletti, ricercavano senza tregua il Sommo, l'Insuperabile, l'Inarrivabile; e giungevano così oltre, che talvolta una oscura inquietudine li prendeva pur nel colmo dell'oblio, quasi una voce d'ammonimento salisse dal fondo dell'essere loro ad avvertirli d'un ignoto castigo, d'un termine prossimo. Dalla stanchezza medesima il desiderio risorgeva più sottile, più temerario, più imprudente; come più s'inebriavano, la chimera del loro cuore ingigantiva, s'agitava, generava nuovi sogni; parevano non trovar riposo che nello sforzo, come la fiamma non trova la vita che nella combustione. Talvolta, una fonte di piacere inopinata aprivasi dentro di loro, come balza d'un tratto una polla viva sotto le calcagna d'un uomo che vada alla ventura per l'intrico d'un bosco; ed essi vi bevevano senza misura, finché non l'avevano esausta. Talvolta, l'anima, sotto l'influsso dei desiderii, per un singolar fenomeno d'allucinazione, produceva l'imagine ingannevole d'una esistenza più larga, più libera, più forte, « oltrapiacente »; ed essi vi s'immergevano, vi godevano, vi respiravano come in una loro atmosfera natale. Le finezze e le delicatezze del sentimento e dell'imaginazione succedevano agli eccessi della sensualità."

"Ambedue non avevano alcun ritegno alle mutue prodigalità della carne e dello spirito. Provavano una gioia indicibile a lacerare tutti i veli, a palesare tutti i segreti, a violare tutti i misteri, a possedersi fin nel profondo, a penetrarsi, a mescolarsi, a comporre un essere solo."

domenica 12 febbraio 2012

Seabiscuit, storia di una vita

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La storia, di un Cavallino, troppo piccolo e collerico per vincere una corsa... e di un paese con il desiderio di riscattarsi.

Il cavallo pieno di difetti che nessuno voleva era diventato il campione più pagato, più amato ed onorato di tutti i tempi. La sua incredibile storia diede coraggio e speranza al popolo americano, pesantemente provato dalla povertà del periodo di depressione che si abbatté sul paese


La Storia:

Seabiscuit nacque dalla giumenta Swing On e dallo stallone Hard Tack (figlio di un grande campione del novecento, Man o' War).

Il puledro baio venne cresciuto nelle scuderie Claiborne Farm, a Paris in Kentucky (Stati Uniti). La prima proprietaria fu Gladys Mills Phipps e durante il periodo in cui lo allevò, il cavallo non dimostrò le attitudini di un campione. Seabiscuit era in sovrappeso rispetto ad uno stallone medio ed aveva un difetto alla zampa anteriore, difetto che venne soprannominato "andatura a sbattiuova".
Il cavallo passava le sue intere giornate a mangiare più del necessario e a dormire per lunghi periodi, sdraiato all'ombra degli alberi che circondavano il suo pascolo.
il suo addestramento fu affidato a Sunny Jim Fitzsimmons,
Essendo Seabiscuit di indole molto docile, Fitzsimmons decise di provare una fase di allenamento con l'ausilio della frusta per fargli cambiare atteggiamento. L'allenatore non aveva mai addestrato i suoi cavalli con l'uso della forza, considerando il metodo un inutile spreco e una violenza. Dopo alcuni mesi di addestramento duro, Seabiscuit non migliorò le sue prestazioni ma cambiò decisamente carattere, diventando molto nevrile e intrattabile, per colpa delle frustate subite e, dato che secondo Fitzsimmons non sarebbe mai diventato un campione, si decise di prepararlo per gareggiare in gare da corsa di minore importanza. Nei primi tempi della sua carriera da corridore, non vinse nemmeno una delle dieci competizioni alle quali venne iscritto e, ben presto, si decise di ritirarlo dalle gare e di metterlo nuovamente al pascolo, diventando anche motivo di scherno da parte degli altri allevatori di cavalli. All'età di tre anni venne di nuovo tentata la strada delle gare ippiche e partecipò ad un pesante calendario di corse di bassa categoria, partecipando a 35 competizioni, arrivando primo per cinque volte e finendo secondo per sette. Alla fine della stagione agonistica, il proprietario decise di venderlo per una cifra di 8.000 dollari
a un imprenditore automobilistico di nome Charles S. Howard. Il prezzo di vendita venne stabilito dall'allenatore che, tutto sommato, considerava Seabiscuit un buon cavallo, capace magari in futuro di procreare un campione.

Tuttavia, Seabiscuit non dimostrò effettivamente le sue potenzialità di corridore, fino all'arrivo di Charles S. Howard
si affidò per la formazione sportiva di Seabiscuit ad un addestratore di nome Tom Smith, un uomo famoso per non essere molto loquace con gli esseri umani ma che aveva dimostrato di avere un sesto senso nel trattare con i cavalli. Smith rivelò in seguito che la prima volta che vide Seabiscuit giurò che «il cavallo gli fece un cenno con la testa»

« Mi guardava dall'alto in basso come se stesse dicendo: chi diavolo sei?. Che io sia dannato se quel furfante non mi ha annuito, come se mi facesse l'onore di notarmi. - Un uomo per cui le parole erano ingrombranti, non si annotò il nome del cavallo ma lo memorizzò comunque. E gli parlò mentre lo portavano via. - Ci rivedremo. »

Smith allenò il cavallo con metodi non proprio ortodossi lavorando innanzi tutto sul suo carattere intrattabile. Gli mise nella stalla un altro cavallo da compagnia, un cagnolino bianco e una scimmietta per ammansirlo e, ogni volta che si sdraiava per riposare, ordinava a tutti coloro che lavoravano in scuderia di non disturbarlo per nessun motivo. Questo trattamento fu riservato a Seabiscuit perché, durante un giro di prova di pista al Pimlico Race Course, il cavallo stabilì un record di pista, cosa che stupì il proprietario e l'allenatore. Il problema, dopo aver rimesso il cavallo in sesto, era quello di trovargli un fantino.

Seabiscuit aveva un carattere molto difficile e parecchi fantini rinunciarono presto a cavalcarlo. Si presentò un giorno, in cerca di un lavoro, Red Pollard (1909-1981), un ragazzo di origine irlandese con la passione per Shakespeare e un carattere burrascoso, soprannominato il folletto. Il suo incontro con Seabiscuit fece capire a Smith che sarebbe stato l'unico in grado di tirar fuori le potenzialità del cavallo.

Le gare
La prima gara alla quale vennero iscritti fu corsa nella città di Detroit il 22 agosto 1936 e non impressionò nessuno.
Le cose cambiarono alle successive otto gare, nelle quali Seabiscuit e Pollard si piazzarono sempre al primo posto; tra queste la Detroit's Governor's Handicap
Nel giro di poco tempo il cavallo fece vincere ad Howard una cifra superiore a quella che era servita per acquistarlo
La prima gara alla quale parteciparono, per un valore di 2.700 dollari, fu la Bay Bridge Handicap che aveva un percorso di 1 miglio (1,6 km). Seabiscuit iniziò male la corsa a causa del peso di handicap assegnatoli superiore rispetto agli altri cavalli di circa 53 kg, ma poi vinse la gara di ben 5 lunghezze, non eguagliando il record del mondo di solo due quinti di secondo.
Il risultato di questa gara venne riportato sul World's Fair Handicap, (partecipazioni ippiche più prestigiose al Bay Meadows). Nel febbraio del 1937 Howard e Smith spostarono la loro attenzione sulla Santa Anita Handicap, gara ippica più prestigiosa della California, che aveva un montepremi al vincitore di 125.000 dollari (circa € 1.800.000,00 del 2008). Alla prima gara di piazzamento, al Santa Anita Park, Seabiscuit e Pollard vinsero senza problemi. Alla seconda, la San Antonio Handicap, Seabiscuit subì una battuta d'arresto alla partenza, avendo avuto un problema ai blocchi e, partito all'esterno pista, riuscì a piazzarsi in quinta posizione. La gara fu vinta dal purosangue Rosemont.

Alla gara effettiva della Santa Anita, appena una settimana più tardi, Seabiscuit si trovava in testa dopo 800 metri di scatto e il cavallo che lo precedeva (Special Agent) rallentò per la stanchezza. Sembrava che avesse la vittoria in tasca ma inspiegabilmente in dirittura d'arrivo, Pollard rallentò Seabiscuit e i due vennero superati per la lunghezza di un naso da Rosemont che vinse la corsa.

La sconfitta alla Santa Anita Handicap devastò il morale di Howard e Smith per la guerra mediatica che ne susseguì; i giornali si accanirono sul proprietario e sull'addestratore, attribuendo la cattiva riuscita della gara alla mano del fantino e alla cattiva gestione del cavallo. Pollard dichiarò in seguito che in pista aveva rallentato Seabiscuit in dirittura d'arrivo perché non si era accorto fino all'ultimo momento che Rosemont stava rimontando alla sua destra, essendo del tutto cieco da quell'occhio a causa di un incidente avvenuto durante un allenamento. Nessuno sapeva di questo suo handicap e lui lo aveva tenuto nascosto fino a quel momento per paura di non trovare più lavoro come fantino. Questa sconfitta non fece cambiare idea ai fan delle corse californiane che considerarono da quel momento in poi Seabiscuit come il preferito, avendo comunque vinto le tre gare successive. Questo successo convinse Howard a tentare anche sui circuiti ippici della costa orientale. Seabiscuit vinse 11 delle 15 gare alle quali partecipò, cosa che fece crescere la sua popolarità fino a farlo diventare una vera e propria celebrità tra i fanatici di corse americani.

Nel 1937 fu il cavallo con la classifica di vincite più alta dell'anno. Le sue competizioni venivano seguite via radio da migliaia di persone e sui giornali apparivano sempre articoli che lo riguardavano. Sfruttando questo successo, Howard fece uscire una gamma di merchandising su Seabiscuit. Nella costa orientale, tuttavia, il talento di Seabiscuit non era considerato molto dagli addetti ai lavori. Il grande campione di tre anni War Admiral che vinse la Triple Crown of Thoroughbred Racing del 1937, era considerato superiore a Seabiscuit sia come corridore che come bellezza e prestigio, essendo stato votato anche come il cavallo da corsa migliore dell'anno.
Nel 1938 all'età di 5 anni, il successo di Seabiscuit continuava senza problemi. Il 19 febbraio Pollard fu vittima di un terribile incidente mentre montava in una gara Far Knightess un'altra puledra delle scuderie Howard. Il cavallo cadde in pista ad una curva. In quel momento, l'avversario che si trovava alle spalle di Pollard tentò di saltare l'animale a terra, incrociando le zampe di Far Knightess che in quel momento stava tentando di rialzarsi. La cavalla cadde nuovamente procurandosi una paralisi della parte inferiore del corpo. Cadendo, si trascinò sopra Pollard per la seconda volta schiacciandogli la cassa toracica e rompendogli un braccio. Pollard venne ricoverato in ospedale e Howard provò tre fantini prima di affidare la guida di Seabiscuit a George "The iceman" Woolf esperto fantino e grande amico di Pollard. L'incidente di Pollard si verificò al secondo tentativo di vincere la prestigiosa Santa Anita Handicap, gara che Seabiscuit aveva perso l'anno prima. La gara fu contrassegnata dal cattivo stato della pista, dovuto ad un periodo di pioggia. Successivamente Far Knightess venne curata e rimessa in sesto miracolosamente dalle cure di Tom Smith[1].

Al terzo tentativo al Santa Anita Park, alla partenza Seabiscuit si piazzò all'esterno della pista e fin dall'inizio la sua corsa fu ostacolata da un altro cavallo di nome Count Atlas. I due cavalli gareggiarono fianco a fianco per sei lunghezze ma la gara fu vinta alla fine da Stagehand anche per la differenza di peso che l'animale portava: 13,6 kg in meno rispetto a quella di Seabiscuit. Dopo quest'ennesima sconfitta, Seabiscuit fu paragonato ancora sulle varie testate del settore al suo antagonista sulle piste War Admiral.

Tra il 1937 e il 1938, i giornalisti specularono molto su un probabile duello tra Seabiscuit e War Admiral (figlio di Man o' War che a sua volta era il nonno di Seabiscuit), il campione indiscusso della costa orientale. Ma il proprietario di War Admiral, Samuel D. Riddle, non aveva nessuna intenzione di "sprecare" le energie del suo campione di razza per farlo gareggiare al fianco del cavallo che lui considerava un ronzino. Dopo varie contrattazioni, il duello fra i due cavalli fu organizzato e la data di questo evento venne stabilita per il mese di maggio del 1938.

Intanto, Pollard recuperò bene dalla sua disavventura e il 23 giugno del 1938 si recò alle scuderie dove gli era stato richiesto di provare in pista un nuovo puledro di nome Modern Youth. Durante il giro di pista il cavallo si spaventò probabilmente a causa di un rumore improvviso e si diresse imbizzarrito verso le stalle con Pollard in sella. Nell'infilarsi in una strettoia tra le stalle, Pollard fu scaraventato tra alcune impalcature e si ruppe la gamba in più punti. La sua carriera di fantino, secondo il medico che lo ebbe in cura, era decisamente finita. Questo ennesimo incidente grave gettò Pollard in un grande sconforto anche perché si sarebbe dovuta disputare la gara contro War Admiral per stabilire così il primato del cavallo più veloce.

Il duello del secolo 
Seabiscuit e George Woolf

Disputatasi il 1º novembre 1938, la competizione tra Seabiscuit e War Admiral fu denominata il duello del secolo. La gara prevedeva di correre per una distanza di circa 2 km di pista. L'evento sportivo è stato uno dei più attesi e seguiti nella storia degli Stati Uniti. Le tribune del Pimlico Race Course erano piene di gente al punto che lo speaker della manifestazione non riuscì a raggiungere la cabina radio per la radiocronaca e fu costretto a improvvisarla a bordo pista con un microfono. Treni carichi di spettatori che si riversarono all'esterno dell'ippodromo arrivarono da ogni parte del paese. La stima delle persone presenti fu di 40.000 all'interno della struttura e circa 40 milioni di ascoltatori radio.

La sera prima di correre la gara del secolo, Woolf si recò al capezzale di Pollard per chiedere consigli sul da farsi. Pollard disse all'amico di non tirare Seabiscuit ma anzi, di farsi raggiungere da War Admiral e di affiancarlo frenando il suo cavallo. Non appena Seabiscuit avesse visto l'altro cavallo avrebbe dovuto lasciarlo andare perché secondo Pollard «non sopportava di arrivare secondo».
 « Pollard era sicuro che se Woolf si fosse fatto raggiungere da War Admiral, Seabiscuit avrebbe corso più velocemente di quanto avrebbe potuto fare se Woolf lo avesse spinto a piene mani. - Seabiscuit è il cavallo più coraggioso e combattivo. Lo so. Una volta che War Admiral avrà provocato Seabiscuit, lascialo decollare. »

Quando la campana suonò i due cavalli partirono a forte velocità. Woolf e Seabiscuit erano in vantaggio dopo appena 20 secondi ma War Admiral li raggiunse senza problemi. I due gareggiarono tenendosi gradualmente in vantaggio prima l'uno e poi l'altro. Woolf, seguendo il consiglio di Pollard, rallentò Seabiscuit fino al punto in cui il cavallo vide avvicinarsi War Admiral. Appena Seabiscuit vide il suo rivale, allungò il galoppo e a duecento metri dall'arrivo staccò War Admiral di 4 lunghezze, vincendo la gara ed entrando da quel momento nella leggenda.

Durante una gara avvenuta dopo il duello con War Admiral, Seabiscuit ebbe un cedimento in pista ma Woolf non ritenne la cosa molto grave e continuò a spronarlo per tutta la corsa. All'arrivo, Smith e Howard si diressero alle scuderie perché dagli spalti l'incidente era sembrato subito più grave. Alla visita il veterinario decretò che il cavallo si era letteralmente strappato il legamento della zampa anteriore sinistra e che la sua carriera di corridore era ormai finita
Seabiscuit e Pollard, entrambi feriti ad un arto, furono ospitati per la degenza nel ranch di Howard.
Pollard, nel periodo della riabilitazione divenne alcolista, anche per il dispiacere di non poter più cavalcare. Un medico che visitò Pollard al ranch degli Howard, decise di tentare una fisioterapia con un tutore particolare, infilato nello stivale, in modo da poter permettere al fantino di ritentare almeno a sedersi sulla sella e a fare qualche passeggiata. Questo tentativo venne fatto in sella a Seabiscuit e poco per volta, facendosi coraggio a vicenda i due cominciarono ad allungare sempre di più le loro escursioni, fino ad arrivare a tentare un trotto e un canter (tecnica di galoppo leggero)

Howard, vedendo questo miglioramento, decise di ritentare con le competizioni con Seabiscuit ma non voleva assolutamente che Pollard rischiasse di nuovo la sua gamba. Pollard insistette, rispondendo che tra lui e il suo cavallo, in tutto c'erano quattro gambe che funzionavano perfettamente e questo bastava per una corsa.

Nel 1940 Seabiscuit fu iscritto alla Jolla Handicap in California. Arrivò terzo ma anche se non vinse la gara, si trattò comunque di un grandioso ritorno rispetto all'incidente del quale era stato vittima solo 6 mesi prima. Alla gara successiva, la San Antonio Handicap, Seabiscuit si trovò di nuovo in terza posizione ma rimontando dall'esterno pista riuscì a battere di due lunghezze e mezzo proprio Kayak II, il nuovo puledro di Howard. Il 2 marzo 1940 Howard decise di ritentare per la terza volta a partecipare alla Santa Anita Handicap con Seabiscuit e con Kayak II per poter essere sicuro di vincere il montepremio di 121.000 dollari.

Per questo nuovo tentativo di Seabiscuit alla Santa Anita, gli spettatori paganti all'interno dell'ippodromo furono 78.000; la maggior parte della gente era presente per sostenere il rientro del cavallo e il suo incredibile ritorno alle corse. La partenza non fu delle più facili e Pollard rimase bloccato fin dall'inizio. Kayak II si mise subito in prima posizione. Pollard decise di provare una rimonta dall'esterno e rimase intrappolato alle spalle di Whichcee, che a sua volta era dietro a Wedding Call, secondo. Pollard lasciò accelerare il cavallo fidandosi del suo istinto di non sopportare di perdere e Seabiscuit accelerò, approfittò di un'esitazione di Whichcee e di Wedding Call e si diresse al fianco di Kayak II, superandolo al traguardo di una lunghezza e mezza e vincendo la corsa. Seabiscuit si portò a casa il montepremi della Santa Anita Handicap e dopo questa gara divenne il più grande vincitore di premi in denaro nel mondo delle corse ippiche


Seabiscuit e Red Pollard



Seabiscuit e Charles S. Howard


Seabiscuit e Tom Smith


Seabiscuit e George Woolf durante un allenamento

mercoledì 8 febbraio 2012

Berlusconi è...

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Non lo faccio per prendere una posizione........
.....lo faccio solo perché le "facce" di Benigni (Vita Roberto B.) in questo video sono troppo divertenti!!!
Frase storica? "O prendi tutti o non prendi nessuno...accidenti a te!"
W LE RISATE!!!!


"Il Piacere" Gabriele d'Annunzio

Pubblicato da alle 2:07 PM 0 commenti
Andrea Sperelli, giovane aristocratico, alla fine di dicembre del 1886 aspetta con ansia la sua ex amante, Elena, nella sua casa romana a Palazzo Zuccari. Ricorda nel frattempo la scena dell'abbandono, in una carrozza sulla via Nomentana, quando Elena lo ha lasciato, quasi due anni prima, nel marzo del 1885. Quando Elena entra, nell'incontro fra i due si alternano ricordo, ardore e di nuovo allontanamento e dolore. Si ripercorre la storia della casata aristocratica degli Sperelli, gli insegnamenti del padre, l'arrivo del giovane a Roma. La rievocazione prosegue con il primo incontro tra Andrea ed Elena, a una cena a casa della marchesa di Ateleta, cugina del protagonista. Subito egli inizia un serrato corteggiamento. Il giorno dopo, i due si reincontrano a un'asta di oggetti antichi in via Sistina. Andrea viene a sapere che Elena è malata e chiede di essere ricevuto da lei; l'incontro con l'amata, che giace a letto, è erotico-mistico. Comincia quindi la narrazione dell'idillio che nei mesi successivi unisce Andrea e Elena, sullo sfondo della Roma risorgimentale, e dei loro amplessi tra gli oggetti d'arte di Palazzo Zuccari, dove il corpo di Elena nutre l'immaginazione estetica di Sperelli. Una sera, tornando a cavallo dall'Aventino, Elena gli annuncia che sta per partire, lasciandolo. Dopo l'abbandono Sperelli si immerge in un gioco di continue seduzioni, conquistando una dopo l'altra sette nobildonne; si incapriccia infine di Ippolita Albònico. In una giornata di corse di cavalli, Andrea la corteggia assiduamente suscitando la gelosia dell'amante di lei, Giannetto Rutolo, da cui viene provocato a duello. Nonostante la sua maggiore abilità nella scherma, Andrea subisce una grave ferita.
Ospitato dalla cugina nella villa di Schifanoja, sul mare, Sperelli esce da una lunga agonia e inizia la convalescenza, in un'unione mistica con la natura e l'arte. Il 15 settembre del 1886 arriva, ospite a Schifanoja, Maria Ferres con il marito (che riparte subito) e la figlia Delfina. Dieci giorni dopo, il 25 settembre, Andrea è sedotto dalla donna «spirituale ed eletta»; la loro amicizia aumenta ogni giorno, finché il poeta non dichiara il suo amore a Maria, che non risponde, facendosi schermo della presenza della figlia. Maria Ferres tiene un diario di quei giorni, dove sono annotati i suoi sentimenti, le sue riflessioni, i turbamenti d'amore per Andrea, da cui non vuol lasciarsi vincere. Dal 26 settembre in poi, attraverso il diario, si ha notizia del corteggiamento sempre più serrato, che ottiene infine una risposta, durante una cavalcata nella pineta di Vicomile, il 4 ottobre. Tornato il marito, avviene la separazione tra i due innamorati.
Sperelli, tornato a Roma si rituffa nella vita precedente la convalescenza, tra donnine del demi-monde e amici indifferenti e superficiali. Irrequieto e pieno di amarezza, Andrea rincontra Elena Muti. Ora l'attrazione per Elena, nella sua nuova veste provocatrice e schiva, e per Maria, nella sua ingenua purezza e fragilità, si intreccia nel suo spirito e nella sua esistenza, facendolo passare ininterrottamente dall'una all'altra. Tenta così di incontrare Elena nella casa di cui ha ripreso possesso, a Palazzo Barberini, ma la presenza del marito lo fa fuggire. Poco dopo, a casa di lei, Andrea assedia Maria Ferres, e la sera dopo i due si rincontrano a un concerto alla sala dei Filarmonici, dove arriva anche Elena; partita Maria, Elena invita Andrea ad accompagnarla in carrozza; nel tragitto, incontrano una folla di manifestanti per i fatti di Dogali; prima di lasciare l'ex-amante, Elena lo bacia intensamente. Sperelli dunque riflette su se stesso e si giudica «camaleontico, chimerico, incoerente, inconsistente». Ma ormai è deciso a dare caccia senza tregua a Maria, che lo ama. Maria cede sempre più all'amore; a Villa Medici, in una delle passeggiate con cui il giovane offre alla donna l'esperienza di un virgiliato tra le bellezze della città, Andrea e Maria si baciano.
Respinto con durezza da Elena, Sperelli viene a sapere dagli amici della rovina del marito di Maria, sorpreso a barare al gioco. Maria si mostra più forte di lui di fronte al dolore di dover partire e separarsi, rimanendogli totalmente fedele. Andrea, al contrario, riesce a nascondere con sempre maggior difficoltà il suo "doppio gioco". Dopo aver visto Elena uscire di casa per andare dal nuovo amante, Andrea torna nel rifugio di Palazzo Zuccari, dove, durante l'ultima notte d'amore con Maria, pronuncia inconsciamente il nome di Elena. Maria, con orrore, lo lascia. Il 20 giugno all'asta dei mobili appartenuti ai Ferres, Sperelli vive con ribrezzo e nausea il senso del «dissolvimento del suo cuore». Fugge alla vista di Elena e degli amici, e verso sera rientra nelle stanze dove Maria aveva vissuto, ora vuote e percorse dai facchini; la vicenda si conclude, per Andrea, amaramente, dietro il trasporto dell'armadio che ha comprato all'asta di gradino in gradino, fin dentro la casa.
La mia Idea di Elena, e Maria.
Elena, rappresenta la "donna di mondo" colei che conosce bene l'uomo e le sue strategie di seduzione.
Si appassiona per Andrea, ma non trova l'amore per lui, solo un passatempo allegro che possa riempire le giornate vuote e noiose.
Andrea la vive decisamente in modo diverso. Perde letteralmente la testa per lei. La considera "sua" e rimarrà profondamente ferito quando scoprirà l'inverso.
Elena è egoista, viziata e furba. In un momento di gelosia (l'attimo in cui scorge lo Sperelli in compagnia di Maria Ferres) strappa al protagonista un bacio, come per assicurarsi che lui è sempre "suo" sempre pazzo di lei. Dopo aver confermato questo suo dubbio non si curerà più di lui. E sarà fredda fino in fondo.
Maria è diversa. E' una donna religiosa, che si è preclusa tante possibili felicità per non scadere nel peccato, nella lussuria.
E ancor prima di cedere ad Andrea ci penserà mille volte.
Al tempo stesso le due donne si assomigliano terribilmente, o meglio, Maria assomiglia ad Elena in alcuni suoi accenti e atteggiamenti.
Ed è proprio questa caratteristica ad attrarre Andrea, che non potendo avere la donna amata, l'incarna in quest'altra figura rendendola quasi spirituale, irraggiungibile.

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