martedì 3 luglio 2012

People are strange, Liverpool

Pubblicato da alle 9:56 PM 0 commenti
Citando una vecchia canzone dei Doors, comincio questo nuovo post. Sono ormai alcuni giorni che vedo questo cielo grigio e rido attraverso questa luce abbagliante, non sono triste. Il mio umore sembra non dipendere più dal tempo da quando sono qua. La mia mente registra mille nuovi volti, ho ricevuto numerosi sorrisi e mi sono persa migliaia di volte. Sotto la pioggia battente zuppa come un pulcino, ovviamente senza ombrello ostentando la spavalderia italiana che tanto mi caratterizza. Sempre aiutata nelle mie peripezie giornaliere, da gente del luogo, che contrariamente a quel che si pensa, è estremamente cordiale e gentile.  Appena arrivata ero terrorizzata ed elettrizzata allo stesso modo, quando ho constatato che quel magro inglese pieno di errori non mi avrebbe aiutata. Qua parlano "stretto" con un accento particolare che rende tutto incomprensibile, così tutti ci rimangono male quando la mia faccia prende quell'espressione da pesce-lesso, dinanzi ai loro sforzi nel farmi capire che la via taldeitali è subito dietro l'angolo. Sembra incredibile come in pochi giorni riesca a capire il 70% di quel che mi si dice. Ho portato con me l'amore per la madrepatria e racconto agli altri le meraviglie che si possono trovare in Italia, tutti mi osservano curiosi, riempiendomi di domande su Roma, Firenze e sul perché noi utilizziamo il bidè per lavarci i piedi (??) quindi ho fatto una faticaccia a spiegare che in realtà serve a tutto, meno che ai piedi. Mi spiace constatare che molti italiani non amano il luogo in cui vivono, non apprezzano le piccole cose che il popolo europeo definisce "meravigliose". Vi posso assicurare che tantissimi stranieri sospirano l'Italia e sognano di viverci. Sto' godendo della compagnia di un numeroso gruppo di spagnoli!. Eh si... I nuovi campioni d'Europa, devo dire comunque che ognuno di loro, è stato particolarmente cortese nell'esultare in maniera più che dignitosa, perlomeno dinanzi a noi poveri italiani, che saremmo andati volentieri a nasconderci sotto un tavolo (o replicando quella testa-calda di un mio amico, che si sfogò spaccando la faccia a un colosso di due metri, che gli restituì il favore).
Hanno risolto la questione brillantemente, offrendoci a tutti una pinta di birra.
Riesco a sentire il battito del mio cuore nelle orecchie, un rumore piacevole che mi ricorda che sto' vivendo la mia vita.
Così come la volevo.

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