mercoledì 10 dicembre 2014

Madrid sorrisi e musica

Pubblicato da alle 3:46 PM 0 commenti
Da quando sono a Madrid sorrido di più. Da questa mattina ho un sorriso ebete che mi incornicia il viso e la gente spesso mi guarda un po' preoccupata, "Per cosa sorridi?" la verità è che non lo so! E spesso molti mi apostrofano con un: "Pero que rara eres!!".
In spagnolo questa frase suona come un nostro "Ma come sei messa male", in realtà a me piace quando me lo dicono, quasi mi sembra un complimento, una cosa rara è una cosa difficile da trovare e una cosa difficile da trovare spinge a cercarla, a incontrarla!

Dal Treccani
 Rara: Di oggetti, o di persone, di animali che si trovano o si incontrano poco frequentemente, in piccolo numero, con difficoltà. In chimica, gas raro o gas nobile, gruppo di elementi poco frequenti in natura

Si lo so, questa è una banale scusa per sviare il mio palese essere "strana", ma come me in questo viaggio, ne ho conosciute di persone bizzarre! E anche se sono imprevedibili, indomabili, assolutamente prive di logica e curiose, amo condividere il mio tempo con loro.


La mia aria sognante accompagnata dalla colonna sonora di queste canzoni perdute, conosciute, ritrovate! disfrutais!

!)Torniamo alla mia anima hippie che nascondo gelosamente
con gli Edward Sharpe & The Magnetic Zeros - Home (tra l'altro video bellissimo!)
https://www.youtube.com/watch?v=DHEOF_rcND8

!) La vera colonna sonora di questo viaggio, sentita per la prima volta in una macchina che mi portava in un paesino sperduto nei pressi di Madrid, intorno, colline e arbusti bruciacchiati distese immense di terra rossa. Tunng - Bullets
https://www.youtube.com/watch?v=9OaO81kL6EM&index=37&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA

!)Un po' d'Italia con Jovanotti e l'intramontabile Bella
https://www.youtube.com/watch?v=O2RccC7UCnY

!) Non potevo  non mettere lui! mitico Andres Calamaro dei Los rodriguez, compagno affidabile di queste giornate produttive. Sin Documentos
https://www.youtube.com/watch?v=BUKHMGiW_rY&index=11&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA

!) Spiritualmente non potevo omettere il capolavoro di questa canzone, unione di due culture differenti di musica, fa sognare, segna il mio percorso. John Tesh & Robert Mirabal - Valley Of Dreams
https://www.youtube.com/watch?v=WtFVemMLho4&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA&index=3

!) La mia critica quotidiana alla società. Eddie Vedder, Society 
https://www.youtube.com/watch?v=xNaaQDrUfwc&index=15&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA

!) Le origini sono importanti, questa canzone mi ricorda il mio paese e quello che non dimenticherò, serate di sguardi annebbiati e sorrisi incerti. Jimi Hendrix, Hey Joe
https://www.youtube.com/watch?v=DpkDdLZGg30&index=1&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA

!)Scoperti da poco, già mi viene voglia di prendere su il mio zaino. Arcade Fire, Deep blue
https://www.youtube.com/watch?v=cDIRT_NEMxo&index=8&list=FL-yEpD97GcnqQuCrdhqbsTA




!) Vedi anche Dreamers non scomparsi

giovedì 13 novembre 2014

Fellini e nostalgie

Pubblicato da alle 9:17 PM 0 commenti
Chi non conosce Fellini? ebbene tutto a Madrid mi ricorda Fellini,
Il professore che ammicca mentre fa finta di non accorgersi della mia disattenzione, la pioggerellina fresca e fastidiosa che disturba il pellegrinaggio verso la stazione delle metro, i ragazzi che incredibilmente giocano nelle piazze del mercado del rastro, scambiandosi le figurine e facendo roteare oggetti di legno che le vecchie generazioni chiamano "Trottole" (o Peonza in castigliano). Il chiacchiericcio delle vecchiette per le strade, che elencano gioie e dolori di tutto il circondario.
Odora di casa mia e anche se non c'è la nebbia e non è la stessa cosa, una canzone suona dolcemente nelle orecchie


Quello che NON mi piace di Madrid: La biblioteca nacional

Pubblicato da alle 8:55 PM 0 commenti
Sono incapace di stare tranquillamente seduta a non pensare, soprattutto nelle mattinate come queste, dove la pioggia arriva puntuale alle 8.00 e sembra non risparmiare nessuno (nemmeno a Madrid); dove realizzi senza tempestività di aver sbagliato modello di scarpe per una giornata del genere, di non avere abbastanza soldi per l'autobus e decidere di procedere a piedi. Ebbene questi sono i momenti in cui il mio cervello lavora sodo, mandandomi in esaurimento con le mille questioni che produce fino a giungere a quelle irrisolvibili attualmente. Quindi oggi camminavo, riflettevo sul fatto che tutti sospirano di gelosia quando dico che spendo le mie giornate "in questa fetta di paradiso", quasi tutti bistrattano la mia Italia, quando invece, solo stando lontana realizzo di che razza di paese abbiamo fra le mani.
Così decido di iniziare una rubrica un poco insolita, ma che potrebbe avvicinarvi, miei cari lettori, alla concezione che non passa mai di moda: "l'erba del vicino è sempre più verde".
Quello che non mi piace di Madrid.

La prima cosa che mi viene in mente è una parola che il mio professore di ètica usa così volentieri da sembrare una canzone: Cutrez, che in italiano, può essere tradotta con Banalità.
Alt! fermi tutti, non sto dicendo che Madrid è banale, tutt'altro. Però noto un certo grado di banalità nelle attività della gente, soprattutto dei miei coetanei. E, malheureusement, io paragono un poco tutto alla cara Bologna. La cultura che scorre nelle vene di questa città è differente da quella a cui sono abituata ed esposta nella mia terra.

Prima delusione; La biblioteca nacional, vi ricordate quanto ero felice di andarci? quanto non stavo più nella pelle? ebbene, francamente mi pare la personificazione esatta della persona tutta votata all'estetica.
Una facciata da sbalordire, mozzare il fiato, entrando mi sembrava di essere "un eletta", ma ecco che bruscamente vengo riportata alla realtà dal complesso burocratico per entrare:
Bodyscanner (upss avevo scordato il porto d'armi), personale che mi scruta seccato, un'ora di compilazione di fogli in cui non contenta dei dati spagnoli di residenza, la responsabile, mi ha fatto un interrogatorio personalizzato su cosa ci facesse un'italiana in una biblioteca spagnola (sicuramente cercavo menti eccelse per fondare una banda mafiosa in Spagna). Finalmente una bella foto per concludere questa apocalisse ed ecco che arriva l'amara scoperta: "I libri non si possono portare a casa", suona come la campana della morte nelle mie orecchie. Vendendomi interdetta, la signora mi consegna due pagine stampate male riportanti le biblioteche di Madrid in cui avrei avuto una maggiore dose di libertà, e mi accompagna gentilmente all'uscita dell'ufficio.
Mi consolo ancora pensando che a necessità sarei venuta a leggere fra quei muri imperiosi e tutta contenta mi avvio verso l'entrata, "finalmente" mi dico.
Ebbene, tralascio particolari non proprio piacevoli di un personale assolutamente assente e una biblioteca che pare più che altro uno schedario di un ufficio imposte, le quattro pareti di libri per ciascuna "zona" (est e ovest) accompagnati da piani "proibiti" e inaccessibili ai comuni mortali, che scopro essere uffici, mi lasciano a bocca asciutta. Certo le mie aspettative erano molto alte, mi immaginavo una Bibliothèque nationale de France



O quantomeno lo splendore della Sala Borsa di Bologna...Sing!---> Leggimi

 Chiedere consiglio alla gente del luogo non serve. Pare non esserci un'altra biblioteca fornita quantomeno bella e famosa a Madrid. E questa sarebbe una severa mancanza, ecco perché invece la troverò! A costo di star sul cavolo a tutti i bibliotecari della capitale!





venerdì 7 novembre 2014

Madrid, Che casa sarebbe senza le Tedesche?

Pubblicato da alle 12:09 AM 0 commenti
Oggi sono molto eccitata! Dopo una settimana passata sui libri (no no, cari amici, non è uno scherzo qua si studia davvero!) Domani finalmente visiterò la grande bella, Biblioteca Nacional di Madrid!
Non sto più nella pelle! farò la mia targhetta per portarmi a casa montagne, colline di libri!. E anche se il mio spagnolo è ancora zoppicante (soprattutto sulla maledetta Jota, non posso dire una parola senza sputacchiare tutto il liquido dalle mie ghiandole salivari) prenderò un bel libro di narrativa, indovinate ho già il nome: "El bosque animado" di W. Fernandez Florez.
Vi saprò recensire l'opera fra un triliardo di anni, quando lo avrò terminato.

Stasera non ho da lamentarmi, però vorrei tanto parlare di uno stereotipo troppo comune che, guarda caso, ruota con insistenza attorno ai tedeschi.
Spesso mi chiedono dall'italia: "Ma vero che sono freddi come il ghiaccio della ghiacciaia più congelata che possa esistere, tanto è vero che i pinguini li evitano?"
Beh. Questo stereotipo (rullo di tamburi) è, ahimè, vero!.
Tuttavia devo spezzare una lancia a favore dei freddi. Sanno essere amabili. E quando lo sono, ti senti davvero importante.
Forse è il caso di parlare delle due "Der Himmel" (nome arbitrario applicato alle mie compagne di appartamento in momenti di sconforto, con l'unico significato di: "il cielo" nella lingua dei freddi)
Rispettivamente educate, rispettose, i due piccoli sergenti hanno applicato tutte le regole fondamentali per una convivenza adeguata: "Il dia de limpia" chiamato giorno dello sbattimento, rigorosamente a rotazione, si pulisce una parte della casa, con successiva ispezione per comprendere se tutto è stato pulito a dovere. Non parlando del "dia del dinero" ognuno versa la sua quota per le spese obbligatorie mensili.
Contrariamente a tutte le aspettative le der himmel, hanno sviluppato una certa simpatia nei miei riguardi, mentre è assolutamente evidente il gesto di disappunto che mandano giornalmente alle altre due della casa. Ci sono certe serate che la bionda, la più temibile, marcia e sbatte alcune porte, accompagnando i suoi passi da imprecazioni in aramaico antico, a quel punto, l'italiana corre nella mia camera e tremante si infila nel letto, paurosa di aver combinato "un'altra delle sue".

Tuttavia non posso non dire che grazie a loro si mantiene un certo equilibro in una casa popolata, dove alcune regole, volenti o nolenti, garantiscono un certo grado di "decenza", (chiaro che se vivessimo solo con la francese, a questo punto avremo avuto uno stagno improvvisato in bagno con tanto di nutrie e toporagno e una collezione di formicai in salone).

La bionda mi è particolarmente affezionata, mi sorride amabile e mi dice parole dolci quali: "Tu non mi dai mai fastidio", "Buongiorno cara", per non parlare di quando m'invita a sedermi nel divano con lei per vedere un film e i nostri piedi si sfiorano per sbaglio. Insomma, tocco il cielo con un dito!.

Devo proprio sottolineare che l'esagerazione è propria di questo articolo, ma che ci volete fare...sono fatta così! Suvvia, due risate e guardatevi questo video!----> Der Himmel


A domani mia amata!

sabato 25 ottobre 2014

Storie di una casa a Madrid

Pubblicato da alle 1:52 AM 0 commenti
Cari lettori con la testa fra le nuvole, dovete sapere (e alcuni di voi lo sapranno benissimo), che quando si vive per un periodo più meno lungo all'estero, è come se la tua "vecchia vita" non fosse mai esistita.
Immaginate per un secondo, chiudete gli occhi. Non esistono i problemi che avevate, voi potete essere chi volete essere; un giorno voglio essere una ragazza timida e riservata, il giorno dopo la regina di una festa.
Nessuno vi conosce, il giro di persone che incontrate a Madrid è talmente ampio che potete permettervi il lusso di scegliervi chi davvero vi piace e che volete al fianco. Senza quell'assurda paura che si materializza in silenzio nell'animo, la solitudine.

Mi sento ospite in questa città, mi sono munita di un bagaglio di umiltà perché non so ancora come si coniuga il verbo "andare" al passato e sicuramente ancora non posso con precisione mandare "a quel paese" la signora che cucina pesce e uovo fritto tutti i santi giorni nell'appartamento sotto di me.

Ho tutto quello che mi serve; una casa  bohemien catapultata dagli anni della dittatura di Franco e tenuta insieme con poca carta da parati ingiallita, ma mi è molto cara. Sarà che per trovarla sono dimagrita 3 kg, consumato tutte le mie scarpe, imparato i percorsi della metro a memoria, sudato tutta l'acqua che avevo in corpo sotto un sole anomalo e questionato in 4 lingue diverse con altri migliaia di studenti che erano interessati.
Siamo in cinque. Tutte donne. Due italiane, una francese, due tedesche.

Direte voi se sono impazzita completamente, ma dovete sapere, cari lettori, che oltre che imparare il verbo andare al passato, io devo assolutamente e con urgenza, limare aspetti di questo carattere battagliero che madre natura (santa donna) mi ha donato.
La tolleranza è il primo punto, credo che sia giusto parlare della Francese.
Posso dire senza paura che è la ragazza più... em... particolare che abbia mai conosciuto. Insomma ne ho conosciuta di gente strana, ma lei scala rapida la classifica.
Magra, in costante combutta con i suoi fianchi, con capelli lunghi che sventola volentieri sui piatti mescolandoli per bene e dandogli quel retrogusto notevole, perennemente in fase "nature" con i piedi scalzi per ogni dove e in ogni momento.
Al principio pensavo fosse la "tipica" francese che vive nella mia fantasia, tutta trine e merletti.
Naaaaaah. Eccola che mostra il suo animo aggressivo mentre mi spinge incessantemente la spalla o butta giù la porta della mia camera, perché deve raccontarmi, (alle 5.00 di mattina, dopo una giornata massacrante passata su un banco di scuola a cercare di capire che c'è una fondamentale differenza fra "Joder" e "Jugar"), del suo chico Messicano che non le ha risposto al messaggio confuso e chilometrico che gli ha mandato due minuti prima.
Altrettanto interessante è la tecnica di arraffo che possiede; quando le presti maglie, scarpe o altro che non rivedi per settimane e se casualmente entri nella sua "caverna" chiedendogliele indietro, inveisce cercando di convincerti che sono sempre state cose di sua proprietà e che ti stai sbagliando e tu, distrutto, te ne vai a dormire perché sono settimane che non chiudi occhio decidendo di provarci il giorno seguente (il famoso "domani lo farò").
Credo di non aver mai avuto un sentimento così altalenante per una persona, a momenti vorrei semplicemente tirare fuori il coltello dalla lama affilata (l'unico che teniamo in cucina e ci litighiamo ringhiando come cani) e farle vedere come si applica una incisione alla giugulare, altre volte mi piace il modo in cui cantiamo Edith Piaf mentre cuciniamo.

Si, la cucina è il nostro Dio, la nostra oasi nel deserto, corriamo a casa solo per abbracciare il frigo e siamo in costante debito di zuccheri.
Mangiare fuori? Si tutto a un euro, si va bene, si spende poco in Spagna ma per dirlo come il padre della Italiana: "Questi tapas no me tapan niente". Sul serio, i piccioni mangiano di più. Così che vedi queste poverette, tornare a casa più affamate di prima e buttarsi a piangere sui resti del giorno prima, sperando di essersi ricordate di fare la spesa.

Il bagno è altro oggetto di attenzioni notevoli: piccolo ma bello e dotato dell'unico oggetto che ci dona il Karma positivo, il bidet!!.
In genere per le altre tre è un elemento senza valore (un lava-piedi?!), un abbellimento inutile, ci mettono le mutande quando la lavatrice è occupata, ma per noi le italiane della casa, è il paradiso all'improvviso, guai a chi ce lo tocca, a chi lo critica!.
Fortunatamente siamo quasi tutti abbastanza civili, anche se spesso è partita l'idea di mettere un numerino di attesa e un conta-minuti per impedire di spendere troppo tempo in bagno, ma poi il tutto è stato accantonato. Sarà che siamo proprio noi due, le italiane a spendere le giornate chiuse in quell'angolo d'infinito.


!)Vedi anche: Quello che pensano gli spagnoli
!)Vedi anche: Madrid la maestosa
!)Vedi anche: Italiani oh... Italiani!



martedì 11 febbraio 2014

Buone Belle cose a Bologna (parte uno)

Pubblicato da alle 6:17 PM 0 commenti
Passeggiando per le vie del centro, quasi non mi sono accorta che correvo. Con tutti questi numeri, queste scadenze lavorative, universitarie, viviamo la vita come una maratona! Qualche volta ci si stanca, così lasciamo andare avanti gli altri, ci ritiriamo a lato della carreggiata magari gustando un sorso d'acqua o un EstaThè (pubblicità gratuita), mentre discorriamo con qualche fan che fa il tifo per noi, per poi ripartire rinvigoriti grazie a quella sosta.
Oggi apro la sezione "Buone Belle cose a Bologna" dove raccolgo momenti, fotografie, attimi, impressi in questa vita che scorre come un fiume in piena.          

I soffitti dei portici di Piazza Cavour
(Piantatela di guardare in terra! spiegatemi che diavolo c'è di così interessante nelle mattonelle e negli sputacchi della gente!)



La semplicità della Basilica di san Domenico (poco distante da Piazza Cavour) Io la chiamo "La chiesa dai lampadari lunghi", all'interno si trova la tomba del santo Nicola Pisano



 È molto caratteristico "il podio" dove il parroco recitava la messa



Raggiungere con fatica la cima della torre degli Asinelli (97,20 metri) arrampicandosi lungo (498 gradini) La torre pende verso ovest (2,32 metri) è stata una bella avventura, considerando il fatto che soffro irrimediabilmente di vertigini (il colmo dei colmi che mi vergogno ad ammettere) e mi sentivo male ad ogni piano che riuscivo a superare! Ma ne è valsa la pena direi... !Volete saperne di più? QUI



    





About

contadores de visitas ukraine brides
contatori per blog

Licenza Creative Commons
Fra le Nuvole is licensed by
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale .
 

Fra le nuvole Copyright © 2012 Design by Antonia Sundrani Vinte e poucos