giovedì 13 novembre 2014

Fellini e nostalgie

Pubblicato da alle 9:17 PM 0 commenti
Chi non conosce Fellini? ebbene tutto a Madrid mi ricorda Fellini,
Il professore che ammicca mentre fa finta di non accorgersi della mia disattenzione, la pioggerellina fresca e fastidiosa che disturba il pellegrinaggio verso la stazione delle metro, i ragazzi che incredibilmente giocano nelle piazze del mercado del rastro, scambiandosi le figurine e facendo roteare oggetti di legno che le vecchie generazioni chiamano "Trottole" (o Peonza in castigliano). Il chiacchiericcio delle vecchiette per le strade, che elencano gioie e dolori di tutto il circondario.
Odora di casa mia e anche se non c'è la nebbia e non è la stessa cosa, una canzone suona dolcemente nelle orecchie


Quello che NON mi piace di Madrid: La biblioteca nacional

Pubblicato da alle 8:55 PM 0 commenti
Sono incapace di stare tranquillamente seduta a non pensare, soprattutto nelle mattinate come queste, dove la pioggia arriva puntuale alle 8.00 e sembra non risparmiare nessuno (nemmeno a Madrid); dove realizzi senza tempestività di aver sbagliato modello di scarpe per una giornata del genere, di non avere abbastanza soldi per l'autobus e decidere di procedere a piedi. Ebbene questi sono i momenti in cui il mio cervello lavora sodo, mandandomi in esaurimento con le mille questioni che produce fino a giungere a quelle irrisolvibili attualmente. Quindi oggi camminavo, riflettevo sul fatto che tutti sospirano di gelosia quando dico che spendo le mie giornate "in questa fetta di paradiso", quasi tutti bistrattano la mia Italia, quando invece, solo stando lontana realizzo di che razza di paese abbiamo fra le mani.
Così decido di iniziare una rubrica un poco insolita, ma che potrebbe avvicinarvi, miei cari lettori, alla concezione che non passa mai di moda: "l'erba del vicino è sempre più verde".
Quello che non mi piace di Madrid.

La prima cosa che mi viene in mente è una parola che il mio professore di ètica usa così volentieri da sembrare una canzone: Cutrez, che in italiano, può essere tradotta con Banalità.
Alt! fermi tutti, non sto dicendo che Madrid è banale, tutt'altro. Però noto un certo grado di banalità nelle attività della gente, soprattutto dei miei coetanei. E, malheureusement, io paragono un poco tutto alla cara Bologna. La cultura che scorre nelle vene di questa città è differente da quella a cui sono abituata ed esposta nella mia terra.

Prima delusione; La biblioteca nacional, vi ricordate quanto ero felice di andarci? quanto non stavo più nella pelle? ebbene, francamente mi pare la personificazione esatta della persona tutta votata all'estetica.
Una facciata da sbalordire, mozzare il fiato, entrando mi sembrava di essere "un eletta", ma ecco che bruscamente vengo riportata alla realtà dal complesso burocratico per entrare:
Bodyscanner (upss avevo scordato il porto d'armi), personale che mi scruta seccato, un'ora di compilazione di fogli in cui non contenta dei dati spagnoli di residenza, la responsabile, mi ha fatto un interrogatorio personalizzato su cosa ci facesse un'italiana in una biblioteca spagnola (sicuramente cercavo menti eccelse per fondare una banda mafiosa in Spagna). Finalmente una bella foto per concludere questa apocalisse ed ecco che arriva l'amara scoperta: "I libri non si possono portare a casa", suona come la campana della morte nelle mie orecchie. Vendendomi interdetta, la signora mi consegna due pagine stampate male riportanti le biblioteche di Madrid in cui avrei avuto una maggiore dose di libertà, e mi accompagna gentilmente all'uscita dell'ufficio.
Mi consolo ancora pensando che a necessità sarei venuta a leggere fra quei muri imperiosi e tutta contenta mi avvio verso l'entrata, "finalmente" mi dico.
Ebbene, tralascio particolari non proprio piacevoli di un personale assolutamente assente e una biblioteca che pare più che altro uno schedario di un ufficio imposte, le quattro pareti di libri per ciascuna "zona" (est e ovest) accompagnati da piani "proibiti" e inaccessibili ai comuni mortali, che scopro essere uffici, mi lasciano a bocca asciutta. Certo le mie aspettative erano molto alte, mi immaginavo una Bibliothèque nationale de France



O quantomeno lo splendore della Sala Borsa di Bologna...Sing!---> Leggimi

 Chiedere consiglio alla gente del luogo non serve. Pare non esserci un'altra biblioteca fornita quantomeno bella e famosa a Madrid. E questa sarebbe una severa mancanza, ecco perché invece la troverò! A costo di star sul cavolo a tutti i bibliotecari della capitale!





venerdì 7 novembre 2014

Madrid, Che casa sarebbe senza le Tedesche?

Pubblicato da alle 12:09 AM 0 commenti
Oggi sono molto eccitata! Dopo una settimana passata sui libri (no no, cari amici, non è uno scherzo qua si studia davvero!) Domani finalmente visiterò la grande bella, Biblioteca Nacional di Madrid!
Non sto più nella pelle! farò la mia targhetta per portarmi a casa montagne, colline di libri!. E anche se il mio spagnolo è ancora zoppicante (soprattutto sulla maledetta Jota, non posso dire una parola senza sputacchiare tutto il liquido dalle mie ghiandole salivari) prenderò un bel libro di narrativa, indovinate ho già il nome: "El bosque animado" di W. Fernandez Florez.
Vi saprò recensire l'opera fra un triliardo di anni, quando lo avrò terminato.

Stasera non ho da lamentarmi, però vorrei tanto parlare di uno stereotipo troppo comune che, guarda caso, ruota con insistenza attorno ai tedeschi.
Spesso mi chiedono dall'italia: "Ma vero che sono freddi come il ghiaccio della ghiacciaia più congelata che possa esistere, tanto è vero che i pinguini li evitano?"
Beh. Questo stereotipo (rullo di tamburi) è, ahimè, vero!.
Tuttavia devo spezzare una lancia a favore dei freddi. Sanno essere amabili. E quando lo sono, ti senti davvero importante.
Forse è il caso di parlare delle due "Der Himmel" (nome arbitrario applicato alle mie compagne di appartamento in momenti di sconforto, con l'unico significato di: "il cielo" nella lingua dei freddi)
Rispettivamente educate, rispettose, i due piccoli sergenti hanno applicato tutte le regole fondamentali per una convivenza adeguata: "Il dia de limpia" chiamato giorno dello sbattimento, rigorosamente a rotazione, si pulisce una parte della casa, con successiva ispezione per comprendere se tutto è stato pulito a dovere. Non parlando del "dia del dinero" ognuno versa la sua quota per le spese obbligatorie mensili.
Contrariamente a tutte le aspettative le der himmel, hanno sviluppato una certa simpatia nei miei riguardi, mentre è assolutamente evidente il gesto di disappunto che mandano giornalmente alle altre due della casa. Ci sono certe serate che la bionda, la più temibile, marcia e sbatte alcune porte, accompagnando i suoi passi da imprecazioni in aramaico antico, a quel punto, l'italiana corre nella mia camera e tremante si infila nel letto, paurosa di aver combinato "un'altra delle sue".

Tuttavia non posso non dire che grazie a loro si mantiene un certo equilibro in una casa popolata, dove alcune regole, volenti o nolenti, garantiscono un certo grado di "decenza", (chiaro che se vivessimo solo con la francese, a questo punto avremo avuto uno stagno improvvisato in bagno con tanto di nutrie e toporagno e una collezione di formicai in salone).

La bionda mi è particolarmente affezionata, mi sorride amabile e mi dice parole dolci quali: "Tu non mi dai mai fastidio", "Buongiorno cara", per non parlare di quando m'invita a sedermi nel divano con lei per vedere un film e i nostri piedi si sfiorano per sbaglio. Insomma, tocco il cielo con un dito!.

Devo proprio sottolineare che l'esagerazione è propria di questo articolo, ma che ci volete fare...sono fatta così! Suvvia, due risate e guardatevi questo video!----> Der Himmel


A domani mia amata!

About

contadores de visitas ukraine brides
contatori per blog

Licenza Creative Commons
Fra le Nuvole is licensed by
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale .
 

Fra le nuvole Copyright © 2012 Design by Antonia Sundrani Vinte e poucos