martedì 8 gennaio 2013

Elvis Presley, you are always on my mind

Pubblicato da alle 12:10 AM
Dedico questo post, a qualcuno di molto importante nella mia vita, qualcuno che in un modo incredibile (quasi impossibile) ha saputo sollevarmi e accompagnare le giornate più felici, più tristi, particolari o normali.
Ho avuto tanti idoli, dal periodo terribile in cui mi facevo acconciature strane, codini alti e portavo scaldamuscoli sopra a scarpe da tennis alte quattro dita, per imitare le Spice Girl, al momento in cui mi struggevo in pianti adolescenziali disperati sulle note degli 883 (mitico Max Pezzali!!), per non parlare del periodo-pazzo accompagnato da Ricky MartinRobbie Williams per cui provavo un amore profondo e platonico, non vi dico i giorni di lutto che ho passato quando palpitava, sui giornali di gossip, la notizia sulla loro omosessualità (anche se non è ancora sicuro con Robbie!!).
Bene, in tutti questi "periodi" più o meno bui, c'è stato un personaggio che non è mai tramontato.
Non mi piace definirlo "idolo" è qualcosa di vicino a me, io non sono quaggiù e lui è lassù, ma sembra essere da sempre, accanto a me (per piacere non chiamate la neuro....).

La prima volta che io e Elvis Presley ci siamo "conosciuti", avevo si e no dieci anni.
Ricordo che era dicembre, quasi Natale, ero con i miei genitori a fare spese e come al solito mi annoiavo, (Giuro, sono l'anti-shopping!) così, tiravo il giaccone pesante di mio padre, implorandolo di fuggire dal calore opprimente di un negozio di abiti.
Mentre aspettavamo all'aperto mia mamma (incredibilmente a suo agio nella temperatura hawaiana, mentre fuori ti si gelava il respiro in gola), ecco che vedo un uomo, proprio davanti a noi, che canta una canzone bellissima accompagnandosi con una chitarra, vestito di lustrini, con degli strani capelli corvini.
Ricordo di essere rimasta sorpresa da quel personaggio bizzarro (ci voleva poco a stupirmi a quell'età!) e tirando per l'ennesima volta la giacca del mio esausto-padre gli faccio:  «Babbo babbo! chi è quel signore?»
e lui sorridendomi: «è Elvis Presley!».
Questo ricordo è offuscato nella mia mente, non ricordo certo la canzone o il seguito della giornata.
So solo che da allora ho conservato l'immagine, a dodici anni cercavo le sue canzoni e le ascoltavo sempre più rapita. Poi con i primi soldi compravo i suoi Cd, che trovavo nelle bancarelle dell'usato o nei negozi di dischi. Con il passare del tempo diventai un ottima nemica della legge, confezionandomi le canzoni da sola, con un computer.
La sua musica ha uno strano potere su di me. La voce in sé ha l'effetto di un balsamo potente che cura malesseri interiori e mi rende felice.
Straordinariamente, chiamiamola coincidenza se vi pare, ogni momento importante o doloroso fino a ora è stato accompagnato da una sua canzone.
Cito un breve esempio. Dovevo dare un esame difficile, molto complesso, che non riuscivo a superare nonostante m'impegnassi. Ero molto triste e la sera prima del "grande giorno" in cui avrei dovuto sostenerlo, decido di uscire e fare un giro in macchina, per distrarmi. Appena giro la chiave per accendere la mia Peugeot, dalla radio parte la canzone: Always on my mind.
La sua voce è bastata a calmarmi e rassicurarmi. Ho felicemente passato l'esame.

Se avete qualcosa nella vita, anche di piccolo, giudicato insignificante e stupido dagli altri, ma che vi rende davvero felici e vi fa stare bene, tenetelo sempre dentro di voi, stretto al vostro animo.

Oggi nasce Elvis, 8 gennaio 1935

Questo è un video davvero carino, mette insieme alcune delle tante performance di Elvis

!)Elvis, A little less conversation


1961, Elvis at the Coco Palms Resort 
(Lo ammetto, questa foto l'ho scattata io a tradimento mentre eravamo in vacanza assieme...)




2 commenti:

Edmond Dantes on 10 gennaio 2013 alle ore 01:14 ha detto...

Mi piace questa semplice ma poco consueta presentazione di un personaggio più che celebre! Mi ricorda molto il titolo dello spensierato film di Pieraccioni “Io e Marylin” e scorrendo le righe, noto come il Caro Elvis ti offre supporto, svago, in un modo tutto particolare, proprio come nel film che ho citato.
Venendo però al personaggio, ho preso spunto dal tuo post ed ho deciso di documentarmi in maniera più approfondita e leggendo qua e la, mi sono imbattuto nell'intervista ad un critico musicale, che pone l'accento su un tema paradossale: Presley è talmente popolare che finisce per essere uno sconosciuto e sottovalutato, troppo ovvio e scontato. Questo atteggiamento verso il Re viene spesso dagli appassionati di musica rock, sopratutto tra i giovani. In troppi infatti associano ad Elvis solo le canzoni melodiche e l'aspetto da “bravo ragazzo” dimenticando la rivoluzione che portò nella musica popolare (molti suoi testi sono degli arrangiamenti di classici) soprattutto a livello comunicativo. Spesso si tende solo ad immagazzinare nozioni con scarsa cognizione e in maniera casuale ed estemporanea, senza saper formulare dei pensieri in maniera critica.
Ovviamente con questo passaggio non è assolutamente mia intenzione accostare il tuo post, al pressapochismo descritto poco sopra.
Anzi vorrei porre l'accento su un aspetto assolutamente non scontato che ho colto nel tuo racconto,
Sia che ti trovi ad ascoltare le note di Blue suede shoes, Jail house rock, Hound dog o Heartbreak Hotel provi una sensazione! Penso sia proprio questo: Elvis ti da un'emozione. Ed è proprio quello che penso essere l'aspetto importante della musica: la capacità di farti immaginare, di trasportarti, di farti provare qualcosa, sia che si tratti dell'ultimo pezzo da discoteca o un brano di musica classica.
Come dici tu: anche se è qualcosa di piccolo, come una canzone, si tratta sempre di sentire qualcosa.

L.Z.

on 24 gennaio 2013 alle ore 15:28 ha detto...

Caro L.Z.,
Ho sorriso nel leggere quello che hai scritto, sei pertinente e curioso, questo non ti fa che onore! Elvis si sentiva "solo", un paradosso perché era famoso, tutti lo amavano, gli bastava poco per avere molto. Ma si sentiva solo. Per certi versi penso lo fosse veramente, è l'altra faccia della medaglia, sei amato in un modo irruento, passionale ma così superficiale e volubile. Tutti ti amano poi capita che fai un gesto (anche piccolo) e deludi chi si era proclamato tuo fedele seguace. Penso che tutte le star prima o poi riescano a deludere i loro fan, ci si dimentica che sono uomini e donne come noi, si pretende il massimo da loro e penso che la gloria o il denaro non ripaghino lo sforzo immane di essere sempre giudicati o controllati in base a una apparenza. Quindi Elvis era solo, è morto da "RE" alla stregua di altri famosi, come Kurt Cobain, il loro castello non è crollato perché non sono arrivati a "deludere" definitivamente gli altri. Sinceramente io so poco è nulla della vita di Elvis, so quello che è stato, mi è piaciuto integrare la mia cultura con sue interviste e ho scoperto solo ultimamente che in realtà il colore dei suoi capelli era biondo (con conseguente shock, ma sono ancora viva). Di lui, come altri mille fan, so davvero poco e niente rispetto a quanto potrei sapere. Ho voluto conoscere quello di cui ero strettamente curiosa: se era cantautore o meno, da cosa nasceva una certa melodia, come erano strutturati i suoi concerti, il numero delle persone che vi partecipava e ho visto anche un paio dei suoi film (sono molto interessata alle tecniche di riproduzione cinematografica del tempo). Purtroppo (o per fortuna)il mio carattere mi ha portato all'interesse esclusivo di alcuni lati di un fatto, mai l'ambito totale o generico (questo spesso è un difetto), quindi sono abituata a scindere un personaggio o evento per sapere quello che voglio sapere. Difetto di fabbrica!
Quindi ci tengo a precisare, la cosa che mi è sempre interessata di Elvis non è la ciocca dei capelli (tinti) che hanno messo all'asta e con il cui ricavato si potrebbe sfamare mezza Africa, ma le emozioni che le sue canzoni fanno nascere in me.

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