Io ero un accanita sostenitrice delle Famiglie all'estero.
«Si, io vado in famiglia, solo lì imparerò l'inglese come si deve!»
Queste le mie parole prima di partire per il mio mese d'avventura. Ecco come ho cambiato velocemente idea;
Arrivata a Lvp ero alquanto spaesata, pioveva a dirotto, vento gelido e io, con i miei vestitini di cotone che già erano troppo pesanti per il caldo estivo italiano, mi sono ritrovata zuppa e tremante di freddo.
Ero davvero impreparata. Insomma sapevo che in Inghilterra piove sempre e blablabla... ma lo credevo un...come si dice...un assurdo Cliché.
Ecco servita la mia spavalderia.
Quando ero in Italia (
giusto 2 giorni prima di partire) avevo scoperto che la mia famiglia ospitante, si trovava a ben 30 minuti dal centro di Liverpool, in un paesello chiamato
Walton.
Non mi ero fatta troppe domande né mi ero preoccupata troppo, pensando che in qualche modo (
come sempre) me la sarei cavata cercando un Bus.
Errore madornale...perché arrivata non sapevo proprio che pesci pigliare, mi trascinavo con una valigia troppo pesante (
colpa di mia mamma!!) lungo il centro, fino a che come un miraggio, nel cielo plumbeo e con l'alluvione che mi oscurava la vista, ecco che poco lontano c'era il famoso "Information point" (
completamente inutile visto che non capii assolutamente NIENTE delle indicazioni dello Scouser) Ero depressa, frustrata e maledivo la mia buona stella che sembrava avermi abbandonato in una terra sconosciuta. Pensai con nostalgia al sole caldo, al mare verde e puzzolente della mia città, quello di Liverpool mi pareva tanto un "mare nero".
Dopo vari tentativi, con la mia cartina inzuppata e numerosi su e giù tra la stazione dei Bus e quella del treno, io e la mia amica (
due piccole Indiana Jones senza bussola né regole), ci arrendiamo e chiamiamo un Taxi. Ero talmente messa male con il "mio inglese" che mandai avanti lei per parlare con il tassista, che a modico prezzo, ci trasportò sollevate prima a casa sua poi a casa mia.
La mia casa era a pochi passi dalla fermata del famoso Bus 12, che non ero riuscita a trovare (
lui trovò me), era piccola, seguita dalle mille case-gemelle che le stavano ai fianchi.
!)La mia Famiglia (il cibo)
Non erano cattive persone, solo un poco troppo "perbene" per una disordinata come me. E cosa peggiore di tutte, erano vegetariani.
Io, abituata al buon cibo, alla mia amata cucina italiana, agli spaghetti, alla piadina, ai tortelli, alla fiorentina (
quella poco cotta, alta due dita e grondante di sangue), dovevo abituarmi ai loro piatti (
solo primo o secondo senza pane) che consistevano: o in quattro maccheroni mosci immersi in qualcosa che poteva essere pomodoro, o qualche verdura lessata e talmente priva di nutrienti che sembrava plastica, oppure mi rifilavano un Cuscus dal sapore orrendo e dal gusto amaro e piccante (
una vera tortura, lo buttavo sempre, mi spiace, ma non ce la facevo proprio a mangiarlo!).
Poi due bicchieri d'acqua dal rubinetto e ognuno per sé, Dio per tutti!.
Morivo di fame! tutte le notti era un concerto nel mio stomaco, che, abituato al primo, secondo, contorno, dolce, sorbetto, caffè e ammazza caffè si sentiva "dimenticato".
Molto meglio capitò la mia amica, la sua family la rimpinzava di pollo e patatine ogni giorno e lei era bella che contenta con il suo pancino pieno! mentre io la chiamavo disperata, lei mi elencava tutte le pietanze che le avevano offerto. Se ci ripenso sto' ancora male, mi viene fame di nuovo...aspettate prendo qualcosa dal frigo...
La fatidica notte di metà settimana, sentivo che non potevo resistere... dovevo mangiare! era una necessità! così eccomi scendere le scale per andare a prendere solo pochi pezzi di pane e portarmeli su in camera.
In realtà una volta in cucina persi la testa! presi 5 fette di pane, 2 fette di torta, latte e cereali.
Fino a che non mi feci "beccare" dalla mia "mamma" mentre mi rimpinzavo come un maiale al di fuori dei pasti concessi. (
ha avuto il buon cuore di non dirmi nulla)
Ma il giorno dopo nella notte, spinta ancora dai morsi della fame, ecco che scendo le scale e......
BIIIIIIIIIIIIIIPPPPPP
Il suono acuto di quel maledetto allarme che suonava all'impazzata per tutta la casa mi ha fatto strillare e correre come una pazza in camera mia sbattendo la porta.
Si, ora ci rido sopra, ma mi sentivo come un piccolo ostaggio messo a dieta nella mia piccola fredda stanzetta in quel paesino dimenticato da Dio.
(L'allarme)
E' stato davvero l'incubo di quei giorni nella mia host family ogni giorno mi lasciavano un biglietto in cui io dovevo comprendere come attivarlo e quando farlo.
Loro se ne andavano la mattina e io rimanevo in casa da sola, con quell'incubo da impostare non appena uscivo.
Non può essere così difficile (
direte voi) impostare un allarme... Sono d'accordo, ma quello era anteguerra, vecchio di cent'anni, datato, aveva un modo tutto suo complesso d'istallarsi e di sicuro non avevamo nessun feeling.
La prima volta che lo impostai sudai freddo, perché qualcosa andò storto e questo si mise a urlare a gran voce e non so nemmeno come feci a farlo tacere.
La seconda volta Il mio "padre" mi spiegò con pazienza e io GIURO di aver fatto tutti i passaggi da lui illustrati ma si mise a suonare comunque.
Una volta entrai in casa, non c'era nessuno e non ricordavo il codice per disattivarlo! (
prima o poi sarebbe arrivata la polizia, qualcuno l'avrebbe chiamata!) Nell'ultimo tentativo lo lasciai suonare, chiusi la porta e me ne andai a scuola (
Ci pensò l'antipatica della mia coinquilina!)
(Gli orari)
Quando vivi in una Host Family, hai degli orari, che tu sia maggiorenne o meno! per mangiare, per rincasare alla sera, i tempi interminabili del bagno... (
si perché avevamo un bagno in quattro e io ci potevo stare pochissimo uscivo mezza insaponata e mezza truccata)
Poco male per me e la mia amica, abitavamo talmente lontane dal centro e l'una dall'altra (45 minuti) che non potevamo nemmeno uscire!
Quindi fui contenta alla fine della prima settimana, di raccogliere i miei effetti, le mie mele (
comprate per attenuare la fame) le mie cose sparse per la stanza (
non tollerate dalla perfezione immacolata della casa) e andarmene prendendo per l'ultima volta il Bus 12 e salutando le carote mosce e l'allarme impazzito.
!)Residence
Le cose andarono di certo meglio nel mio Residence. Cerco sinteticamente di elencare i vantaggi:
PRO
-Privaci assicurata (
a parte la cucina condivisa e in taluni posti anche il bagno, ma non è così male)
-Cibo come, quando e quanto vuoi! (
quanti fagioli, quante patate....)
-Amici nuovi (
di ogni nazionalità! noi eravamo in 4, tralasciando la coppia di turchi che venne a distruggerci il divertimento!)
-No Orari (
5.00 di mattina assicurate!)
-Ubicazione nel centro
-Party e cene di gruppo
-Freedom
CONTRO
-Non sai con chi capiti (
io sono stata abbastanza fortunata)
-Dormi poco (
soprattutto se è la stagione degli amori per i gabbiani!)
-Devi comprarti e cucinarti il cibo da sola (
ma è un ottima esperienza sia per il risparmio che per la pratica culinaria!)
Altri non me ne vengono in mente, io sono stata davvero bene in Residence, se farò un altra esperienza del genere mai più famiglia!
!)Prezzi?
Di solito non variano molto fra Residence e host family
Nel mio caso, la Family costava poco di più solo perché era mezza pensione! (
se siete bravi si risparmia molto di più con il Residence!)
!)VEDI ANCHE:
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Cosa devi vedere a Liverpool
- La città degli Scousers
- Fab Four
- Come ci vedono gli stranieri?