lunedì 29 aprile 2013

Londra ad aprile. Dall'aeroporto di Stansted al centro

Pubblicato da alle 5:06 PM 0 commenti
Non avevo mai visto Londra in aprile, il sole filtra fra le nuvole bianche, l'aria è fresca sembra soffiare dalle montagne e certi sbuffi di vento ti fanno rabbrividire, la gente corre. Ma perché i londinesi corrono? mi piacerebbe seguirne uno un giorno, per vedere dove è diretto, quale meta può essere così agognata? Poi ti urtano nella loro corsa, ma immancabilmente ti riempiono di scuse come se ti avessero ammazzata. A Londra sono educati, tutti hanno una forma di rispetto quasi imbarazzante, ero costantemente preoccupata che potesse cadermi per terra una carta di caramella. Si, perché in questa città, ci si sente davvero in colpa a essere maleducati.
Adoro Londra per le case, sono amante delle "casine in canadà" piccoline, bianche, con cancelli di ferro battuto e uno spruzzo di verde. La amo per la capacità che ti dà di essere chi vuoi quando vuoi, a Londra non importa a nessuno chi sei, questo ha i suoi pro e contro!.
Un giorno o l'altro sentirete parlare di me in televisione, mi avranno arrestata (sarò quella che girava per Londra completamente nuda e dipinta di rosso). In una città del genere nessuno nota la tua eccentricità e il tuo essere "alternativo", insomma ho visitato tante capitali, ma nessuna fino a ora è come Londra, che vince il primato di "passare inosservati è facile". Mi manca Londra per i negozietti vintage dove si può trovare un mondo fermo a un passato non dimenticato, mantenuto vivo dall'odore di vecchio che si solleva dalle bancarelle di Portobello Road. 
Londra richiama in me il mondo romantico, fatto di salotti mondani, buone maniere e soave tristezza. Un mix di elementi che possono fare impazzire un'affamata di emozioni come me!!



!)Come arrivare a Londra? prendere un volo Ryanair, arrivo all'aeroporto di Stansted di lì avete alcune alternative. Notate bene! all'uscita dal gate se prendete i Bus dovrete stare attenti ai cartelli, infatti, l'uscita non è la "principale" ma rimane spostata sulla sinistra (troverete un cartello giallo in alto, con sui scritto Bus, Taxi ecc...)  Io ovviamente mi ero subito persa!

-Bus 
!)National Express
(Prenotare biglietti qui: http://www.nationalexpress.com/home.aspx)
Ce ne sono di tre tipi con destinazioni diverse;
National Express A4
Destinazione: Golders Green 
Ogni 30 minuti
24 ore no stop

National Express A6
Destinazione: Victoria (centro Londra) + Golders Green, Finchley Road Underground Station, St Johns Wood, Baker Street, Marble Arch and Hyde Park Corner
Ogni 10 minuti
24 ore no stop

National Express A9
Destinazione: London Stratford + Trafalgar Square, St Baker Street, Marble Arch and Hyde Park Corner
Ogni 30 minuti
24 ore no stop

!)Oppure (la mia scelta) Bus Terravision 
è gestito da italiani quindi potrete chiaramente chiedere informazioni sul posto, i biglietti si possono comprare online (http://www.terravision.eu/italiano/london.html) oppure all'aeroporto di partenza o di arrivo, altrimenti potrete farli anche sul posto mentre aspettate il bus. 
Notate bene che per le altre destinazioni come Finsbury Square o Bromley-by-Bow, i biglietti si devono acquistare esclusivamente online almeno 48 ore prima dell’orario di partenza.
Ricordate di consultare gli orari!! (li trovate in basso per ogni Bus)
Fermate
Ricordate che l'autobus A50 ferma al N°2 di Bulleid Way (Victoria)
A51 ferma al N°9 di Buckhingam Palace Road (Victoria)

A50 
Destinazione : Victoria (centro Londra)
Ogni 30 minuti (attenti alle file chilometriche io sono arrivata in ritardo e ho dovuto aspettare)
Impiega circa 75 minuti (senza traffico)
Costo biglietto: da 8 Sterline 

A51 
Destinazione : Liverpool Street (centro Londra)
Ogni 30 minuti
Impiega circa 55 minuti
Costo biglietto: da 8 Sterline


-Treno
Comodo è lo Stansted Express (https://www.stanstedexpress.com/) ma molto meno economico! fino alla fermata Liverpool Street si spende circa £20.

Sconsiglio i Taxi mangiasoldini!

Londra vista da Trafalgar Square. Ero appena stata al National Gallery. Imperdibile.


Ferma a un semaforo (giravo in vespa) ecco passare una parata, militari di ritorno dall'Afghanistan.


Camden Town, è in zona 2, un posto davvero bizzarro e particolare, personalmente lo adoro! il quartiere dov'è nato il vero punk e dove Ami Winehouse ha consumato gli ultimi attimi della sua esistenza. C'è un mercato, il Camden Market, in cui potrete trovare di tutto! ma davvero di tutto! da vedere assolutamente.


"Casine in canadà" di Portobello Road... non dico il prezzo di un monolocale!

Magnifico Tower Bridge

Vi ricorda qualcosa?! ex negozio di libri nel film Notting Hill, oggi è un negozio di scarpe.

Tower of London 

Bellissima Portobello Road! purtroppo non c'erano le famose "bancarelle" che invece popolano la via nei fine settimana.

Predappio, da punti di vista

Pubblicato da alle 2:33 AM 0 commenti
Cosa accade nelle domeniche di fine aprile? beh...quando il tempo è bello, nella mia zona, si comincia ad andare al mare. Oggi il sole non voleva saperne di far capolino dalle nuvole e la temperatura era così piacevole che non me la sono proprio sentita di stare a casa! così ho passeggiato beatamente fra le zone che circondano la mia cittadina, esplorandole con un occhio da turista. Tutto può essere ammirato, anche quando lo si vede tutti i giorni. Oggi la mia visita è toccata a Predappio. Il mio entusiasmo mi aveva spinto in questo paese a causa delle note "bancarelle della caritas" in cui speravo di trovare qualcosa di utile, interessante o vintage (obbiettivo raggiunto!) ma ecco che, come sempre, mi sono ritrovata a vagare con lo sguardo altrove.
Ho scoperto bellissimi monumenti a cui non davo attenzione in precedenza e che invece sono gonfi di un passato glorioso e di una storia inestinguibile.
Per chi non la conosce, Predappio è il luogo di nascita di Benito Mussolini, con pro e contro si respira ancora l'aria carica di aspettativa che, inevitabilmente, questo personaggio ha lasciato dietro di se.  Mussolini è stato capo del governo fascista, nel 1922 instaurò la dittatura fino alla fine della seconda guerra mondiale. Non solo, Predappio è legata a un altro nome Adone Zoli, un personaggio di spicco antifascista che lottò per  la liberazione e diventò il sesto presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana. 

A Predappio tre cose salteranno subito all'occhio;

!)Prima, la gente strana. Siete in un paese, non potete sperare di passare inosservati! quindi non spaventatevi se vi fisseranno tutti.
!)Seconda, non allarmatevi per i singolari "negozi di souvenir" che paiono invece un inno al fascio e alla dittatura. 
!)Terza, strade pulite e bellissimi monumenti. 

Percorrendo il viale principale si arriva a piazza S. Antonio, in cui troverete dritto di fronte a voi, la Basilica di S. Antonio nel 1931 Rachele Mussolini partecipò alla cerimonia in cui venne posata la prima pietra della basilica, in seguito venne ultimata nel 1935.


 Basilica di S. Antonio














Un altro monumento che mi è piaciuto davvero molto è Palazzo Varano, ospita il municipio ed è circondato da un ampio parco comunale. Il palazzo è stato residenza del dittatore per circa venti anni dalla sua nascita, vi è una scalea di accesso progettata da Florestano Di Fausto nel 1929. Interessante notare che vista dall'alto della torre del palazzo, la scalinata assume la forma di una freccia che punta verso Rocca delle Caminate, residenza estiva di Mussolini.



Palazzo Varano




















Un "simpatico" negozietto di souvenir!











!) Curiosità: esiste il "gelato del Duce" fatto interamente di cioccolato fondente ma con acqua al posto del latte, in tal modo il gelato è di un colore quasi nero... WTF??





giovedì 18 aprile 2013

La prossima meta...ha 203 anni

Pubblicato da alle 4:51 PM 2 commenti
Il cambiamento, che bella parola! (Sostantivo!) quanti di noi vengono travolti dal cambiamento? Lo si evita agevolmente, si preferisce il saldo e rassicurante terreno in cui siamo aggrappati, poco importa se è grattato dal tempo. Del resto quali qualità bisogna avere per fare un salto nel vuoto? Essere matti! o semplicemente vivi.

Un aiutino per il mio prossimo cambiamento. Ha esattamente 203 anni (In verità molti di più!), una passione per gli stranieri e questa è una delle sue foto-profilo migliori!

Per chi indovina offro un gelato panna e cioccolato...



mercoledì 10 aprile 2013

Noi, della miseria e della nobiltà.

Pubblicato da alle 9:11 PM 0 commenti
Trovare il lato positivo di un guasto tecnico che costringe il treno, in cui sei prigioniera, ad arrestarsi nel bel mezzo del nulla, è possibile. Quando è successo a me, la rabbia e l'impotenza dinanzi al fatto, si sono trasformate in qualcosa di più costruttivo. Quel giorno era cominciato davvero male; mi ero svegliata tardi, avevo saltato colazione, ero vestita a strati e non avevo badato molto alla compatibilità di colori fra maglia e pantaloni. Il treno era fermo e io cominciavo ad annoiarmi, quando mi annoio divento insopportabile, osservavo il mio vicino di posto. Era un tipo alto, slanciato con un viso pallido e vestito di tutto punto. Il mio spirito di osservazione viene ripagato spesso dalla capacità di comprendere chi mi ritrovo davanti; era un ragazzo ricco, sicuramente maturo e con un brillante curriculum. Sebbene io abbia sempre avuto agevolazioni economiche, non ho mai amato ostentare quello che ottenevo e spesso, avevo pregiudizi nei confronti di quelli che, con disprezzo, chiamavo "figli di papà". Tuttavia ho avuto la capacità d'ignorare questa mia inclinazione e presentarmi al vicino, che ne frattempo, osservava il paesaggio al di fuori del finestrino, con lo sguardo smarrito. Dopo le presentazioni e una breve introduzione di competenze personali, io e il ragazzo avevamo portato il discorso a temi più ampi. Presto si era reso conto del mio più grande difetto, la mancanza di diplomazia, quando mostravo con i toni accesi e aspri il rancore che possiedo nei confronti del nostro mondo e della nostra realtà culturale tutta votata a favore di chi detiene il denaro.
«Non è un paese per poveri!» dicevo con rabbia, 

Inizia tutto dalla fine delle scuole superiori, chi ha i soldi può andare all'università, chi non li ha deve lavorare! guadagnarsi il pane. Magari un povero ha anche la voglia di farsi una cultura, quindi se è fortunato, lavora e si paga gli studi. Ne consegue che non avrà mai molto tempo per studiare, i suoi voti non saranno particolarmente eccellenti, poi cosa succede? si laurea a una triennale. Mettiamo caso che voglia continuare il suo percorso, i Master? non sono nemmeno considerabili visto l'elevato costo, in più c'è una selezione così stretta per la maggior parte che risultano essere "inaccessibili" per chi ha sputato sangue per ottenere un bagaglio culturale che, paradossalmente, è "limitato" per le credenziali richieste da alcuni. Esistono le borse di studio no? bene, quelle di merito e di reddito, in numero limitato, non sempre ottenibili e soprattutto non sufficienti per coprire tutte le spese. 
Cosa succede? che il ragazzo ricco potrà permettersi l'università non lavorando e quindi, puntando a un voto più che eccellente, avendo una maggiore disponibilità temporale da dedicare allo studio, potrà andarsene frequentemente all'estero, conseguire facilmente certificati di lingua, uscito da una triennale potrà permettersi il Master e, sicuramente, avere un curriculum curato e pronto per la prima azienda che lo considererà maggiormente rispetto agli altri. 

Sono passati tre anni, da quel discorso e dal guasto del treno (si, ce ne sono stati altri mille!). 
Quel ragazzo pallido ora, è un mio grande amico. Entrambi ci ritroviamo laureati, con un voto pressoché similare, lui è ricco io mi ritengo appartenente alla fascia media di reddito. 
Lui farà un Master, io una magistrale, ma entrambi abbiamo sperimentato le tante porte in faccia da quel mondo lontano e impalpabile che chiamano "lavoro".

Che la crisi abbia portato la meritocrazia? 






martedì 2 aprile 2013

Semi di zucca e amore

Pubblicato da alle 2:44 PM 1 commenti
Ho uno speciale legame con i semi di zucca. Li avete mai assaggiati? Sono uno spuntino ideale ricco di omega 3, ferro, zinco, proprietà antinfiammatorie [...] Ma la cosa che più m'interessa è che fanno bene al cuore. Non li mangio spesso, solo in precisi "stati" della mia vita, ogni volta che devo riflettere su qualcosa di grande o che mi sconvolge emotivamente. In questi casi, esco, prendo la mia bici, mi dirigo al supermercato e afferro il primo sacchetto di semi che trovo. Poi torno a casa, mi siedo sul tappeto e comincio a mangiare con foga, non facendo troppo caso alle bucce dei semi. Pochi giorni fa gli avvenimenti mi hanno portato al solito supermercato e al familiare sacchetto di plastica trasparente, ero ferma a uno dei famosi: "bivi della vita", con la differenza che di strade non ce ne erano solo due. Questo mi ha messo in crisi profonda così, per la prima volta, ho comprato due sacchetti di semi di zucca (convinta non potessero bastare). Il mio pensiero si è spostato dalla dura decisione da prendere a tutti ragazzi che mi hanno fatto rabbrividire almeno una volta. Mi sono accorta che ognuno aveva un suo modo di rapportarsi con me e "una frase tipica" che usava quasi sempre, come un disco e che, al tempo stesso, ne metteva in luce le peculiarità del carattere.
Il primissimo, un ragazzo viziato e complicato, usava sempre la stessa frase: "Ma cosa dici?" non si stupiva mai di nulla, per lui tutto era statico e conosciuto, era inevitabilmente convinto che ogni essere vivente gli ruotasse attorno, venerandolo. Non poteva mostrare questa sua attitudine in pubblico, quindi cercava di riempire e sollevare la sua innaturale indolenza con questa frase, che ripeteva continuamente, fingendosi interessato ai discorsi altrui e consapevole dell'esistenza di un mondo al di là del suo pensiero.
Poi, c'era l'immancabile: "Non fare la bambina", in realtà il nostro rapporto avrebbe potuto essere definito in molti modi, non certo normale. Lui era un ragazzo bello, pieno di sé e di donne. Per un certo periodo ho creduto davvero potesse funzionare, ma ironia della sorte, lui ha continuato a fare l'adulto e io, la bambina.
Un brivido d'eccezione lo ha fatto nascere un tipo particolare, con idee tutte sue, un modo di vita alternativo che non credevo possibile e che per poco tempo, mi ha fatto vedere nuove realtà. La sua frase preferita? "Tu non ti rendi conto", sebbene non ci conoscessimo per niente, litigavamo come una vecchia coppia di sposi, fin dall'inizio non siamo riusciti a trovare un punto neutro in cui sventolare una bandierina bianca; ognuno diceva la sua, ognuno aveva ragione.
Curioso è stato il periodo in cui ho conosciuto il famoso "Te lo prometto", una frase che avrò sentito centinaia di volte, ma il ragazzo che la usava più spesso, lo faceva con attenzione. Era in grado di fare almeno cinque promesse al giorno, paradossalmente le manteneva tutte. Aveva tanti difetti, era volubile e irrimediabilmente individualista, ma ogni volta che usava queste tre, semplici parole, io ero tranquilla e aspettavo. Il guaio arrivava nel momento in cui cercavo di fargli promettere cose che non avrebbe mai potuto darmi.

Se siete ancora interessati alle proprietà dei semi di zucca, leggete QUI
E se dovete risolvere un problema di vita, andate al primo supermercato (scaffale frutta secca!)



!) Cartone francese, la canzone? "A quoi ca sert l'amour" (Edith Piaf) interpretata assieme al marito (Théo Sarapo) anno 1962




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