Così decido di iniziare una rubrica un poco insolita, ma che potrebbe avvicinarvi, miei cari lettori, alla concezione che non passa mai di moda: "l'erba del vicino è sempre più verde".
Quello che non mi piace di Madrid.
La prima cosa che mi viene in mente è una parola che il mio professore di ètica usa così volentieri da sembrare una canzone: Cutrez, che in italiano, può essere tradotta con Banalità.
Alt! fermi tutti, non sto dicendo che Madrid è banale, tutt'altro. Però noto un certo grado di banalità nelle attività della gente, soprattutto dei miei coetanei. E, malheureusement, io paragono un poco tutto alla cara Bologna. La cultura che scorre nelle vene di questa città è differente da quella a cui sono abituata ed esposta nella mia terra.
Prima delusione; La biblioteca nacional, vi ricordate quanto ero felice di andarci? quanto non stavo più nella pelle? ebbene, francamente mi pare la personificazione esatta della persona tutta votata all'estetica.
Una facciata da sbalordire, mozzare il fiato, entrando mi sembrava di essere "un eletta", ma ecco che bruscamente vengo riportata alla realtà dal complesso burocratico per entrare:
Bodyscanner (upss avevo scordato il porto d'armi), personale che mi scruta seccato, un'ora di compilazione di fogli in cui non contenta dei dati spagnoli di residenza, la responsabile, mi ha fatto un interrogatorio personalizzato su cosa ci facesse un'italiana in una biblioteca spagnola (sicuramente cercavo menti eccelse per fondare una banda mafiosa in Spagna). Finalmente una bella foto per concludere questa apocalisse ed ecco che arriva l'amara scoperta: "I libri non si possono portare a casa", suona come la campana della morte nelle mie orecchie. Vendendomi interdetta, la signora mi consegna due pagine stampate male riportanti le biblioteche di Madrid in cui avrei avuto una maggiore dose di libertà, e mi accompagna gentilmente all'uscita dell'ufficio.
Mi consolo ancora pensando che a necessità sarei venuta a leggere fra quei muri imperiosi e tutta contenta mi avvio verso l'entrata, "finalmente" mi dico.
Ebbene, tralascio particolari non proprio piacevoli di un personale assolutamente assente e una biblioteca che pare più che altro uno schedario di un ufficio imposte, le quattro pareti di libri per ciascuna "zona" (est e ovest) accompagnati da piani "proibiti" e inaccessibili ai comuni mortali, che scopro essere uffici, mi lasciano a bocca asciutta. Certo le mie aspettative erano molto alte, mi immaginavo una Bibliothèque nationale de France
O quantomeno lo splendore della Sala Borsa di Bologna...Sing!---> Leggimi
Chiedere consiglio alla gente del luogo non serve. Pare non esserci un'altra biblioteca fornita quantomeno bella e famosa a Madrid. E questa sarebbe una severa mancanza, ecco perché invece la troverò! A costo di star sul cavolo a tutti i bibliotecari della capitale!
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