Il primissimo, un ragazzo viziato e complicato, usava sempre la stessa frase: "Ma cosa dici?" non si stupiva mai di nulla, per lui tutto era statico e conosciuto, era inevitabilmente convinto che ogni essere vivente gli ruotasse attorno, venerandolo. Non poteva mostrare questa sua attitudine in pubblico, quindi cercava di riempire e sollevare la sua innaturale indolenza con questa frase, che ripeteva continuamente, fingendosi interessato ai discorsi altrui e consapevole dell'esistenza di un mondo al di là del suo pensiero.
Poi, c'era l'immancabile: "Non fare la bambina", in realtà il nostro rapporto avrebbe potuto essere definito in molti modi, non certo normale. Lui era un ragazzo bello, pieno di sé e di donne. Per un certo periodo ho creduto davvero potesse funzionare, ma ironia della sorte, lui ha continuato a fare l'adulto e io, la bambina.
Un brivido d'eccezione lo ha fatto nascere un tipo particolare, con idee tutte sue, un modo di vita alternativo che non credevo possibile e che per poco tempo, mi ha fatto vedere nuove realtà. La sua frase preferita? "Tu non ti rendi conto", sebbene non ci conoscessimo per niente, litigavamo come una vecchia coppia di sposi, fin dall'inizio non siamo riusciti a trovare un punto neutro in cui sventolare una bandierina bianca; ognuno diceva la sua, ognuno aveva ragione.
Curioso è stato il periodo in cui ho conosciuto il famoso "Te lo prometto", una frase che avrò sentito centinaia di volte, ma il ragazzo che la usava più spesso, lo faceva con attenzione. Era in grado di fare almeno cinque promesse al giorno, paradossalmente le manteneva tutte. Aveva tanti difetti, era volubile e irrimediabilmente individualista, ma ogni volta che usava queste tre, semplici parole, io ero tranquilla e aspettavo. Il guaio arrivava nel momento in cui cercavo di fargli promettere cose che non avrebbe mai potuto darmi.
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!) Cartone francese, la canzone? "A quoi ca sert l'amour" (Edith Piaf) interpretata assieme al marito (Théo Sarapo) anno 1962
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